In atto a Cuba un inedito dibattito costituzionale

In atto a Cuba un inedito dibattito costituzionale

Facendo appello alla Costituzione, un gruppo di attivisti ha chiesto al governo cubano un’autorizzazione per svolgere una marcia per il cambiamento il 15 novembre.

E facendo appello alla stessa Costituzione, il governo cubano ha negato il diritto di protestare.

Così, le autorità locali di diverse province cubane hanno comunicato agli organizzatori della manifestazione di non avere l’autorizzazione a tenerla perché viene considerata un “tentativo destabilizzante” e quindi “illegale”.

Il dibattito nasce perché dopo le manifestazioni spontanee dell’11 luglio, che hanno portato alla risposta violenta delle autorità e all’arresto di centinaia di persone, – molte delle quali ancora in carcere – i giovani attivisti hanno deciso di ricorrere a una lacuna lasciata aperta dalla Magna Carta in cui si riconosce il diritto alla protesta pacifica sull’isola.

Tuttavia, le autorità hanno negato il permesso, sostenendo che la marcia provocherebbe disturbi e che, poi, sarebbe volta al tentativo di rovesciamento del sistema, cosa proibita dalla stessa Costituzione, che definisce il socialismo “irrevocabile”.

Il rifiuto ha scatenato, così, una raffica di commenti e “dibattiti costituzionali” sui social network e sui media ufficiali e indipendenti, tra chi crede che l’azione del governo sia legale e chi ritiene che violi i diritti sanciti dalla Magna Carta.

Le autorità hanno accusato gli organizzatori di avere “legami con organizzazioni o agenzie sovversive finanziate dal governo Usa”.

Un editoriale del quotidiano Granma, voce del Partito Comunista, sostiene: “L’impero d soldi e aspettative sugli annessionisti, che sotto la falsa bandiera del pacifismo cercano di provocare nuovi disordini, generare caos e indurre la destabilizzazione del Paese”,

Gli organizzatori, dal canto loro, hanno respinto le accuse e si sono chiesti se il governo negasse un diritto sancito dalla Legge delle Leggi.

Yunior García, creatore di “Archipiélago”, il gruppo promotore della protesta, sostiene “Sapevamo che lo stato di diritto a Cuba era una finzione insostenibile. Ora abbiamo la certezza che, nella dittatura, la Costituzione è lettera morta, o semplicemente un versetto in stile ‘Centuria’, di Nostradamus, dove ogni lettore interpreta ciò che vuole, fino a quando un sommo sacerdote non lo nega”.

Cuba, duramente colpita dalla pandemia di coronavirus, sta attraversando anche una profonda crisi economica, con carenze di cibo e medicine e una crescente inflazione, a cui si è aggiunta una forte presa di posizione del governo nei confronti degli oppositori, che stanno subendo pene detentive, arresti domiciliari o frequenti “atti di ripudio”.

Cassandra M. Verticchio