Il coltivatore che diventa pompiere per salvare il polmone del mondo- di Cassandra Verticchio

Brazilian artist and activist Mundano works on the mural 'The Forest Brigade' using paint made with ashes collected and brought from fires in Amazon, Pantanal and other biomes, in Sao Paulo, Brazil October 14, 2021. REUTERS/Amanda Perobelli

Mundano questa volta per il suo progetto non si è risparmiato. Un viaggio di oltre 10mila chilometri attraverso il suo paese il Brasile per recuperare due quintali di ceneri risultato di incendi che hanno colpito diverse aree naturali come le paludi del Pantanal e la savana del Cerrado.

Viaggio durante il quale l’artista ha potuto confrontarsi anche con vigili del fuoco e volontari sempre in primo linea.

Da questi incontri l’idea di rendere protagonista del suo immenso lavoro proprio un vigile del fuoco volontario, reinterpretando il dipinto Il coltivatore di caffè del pittore brasiliano del ‘900 Candido Portinari.

Il murale grande circa 1.000 mq è stato realizzato sulla parete di un grande complesso residenziale lungo Avenida Paulista a San paolo, utilizzando proprio le ceneri raccolte e porta il nome di “Il pompiere della foresta”.

L’enorme immagine è stata dipinta sfruttando solo le varie sfumature di grigio e nero, create con differenti quantità di acqua unita alle ceneri.

Queste tonalità contrastano notevolmente con i colori brillanti che solitamente Mundano utilizza per i suoi lavori.

Spinto dalla situazione drammatica degli incendi che negli ultimi anni ha raggiunto livelli record, Mundano ha voluto celebrare l’impotenza dei cittadini e allo stesso tempo la forza di chi rischia la propria vita per spegnere quei roghi che ogni anni piano piano distruggono il nostro pianeta.

La scelta di creare questo lavoro in città, lontano dalla foresta e dalle aree colpite, è stata una scelta mirata per creare consapevolezza anche tra gli abitanti della metropoli. Sensibilizzare come ha sempre fatto rispetto a problemi di cui tutti siamo a conoscenza, ma che spesso percepiamo come distanti e che ci toccano solo in parte.

‘Nessuno ha visto e vede il fuco, siamo troppo distanti dall’Amazzonia. La nostra idea è di portare le ceneri alle persone per generare maggiore partecipazione’

Questo murale s’inserisce all’interno di un grande progetto multimediale che combina arte e attivismo allo scopo di denunciare la distruzione della flora e fauna del Brasile.

Nel 2020, dopo il disastro del Brumadinho dell’anno prima che costò la vita a quasi 300 persone a causa del crollo di una diga, Mundano realizzò un murales utilizzando il fango tossico raccolto sul luogo della catastrofe.

‘Gli uomini e le donne delle caverne realizzavano pitture rupestri con il carbone. Torno a questa tecnica, ma sto usando le prove del crimine. In questo modo faccio arte, che è ‘artivismo’, arte impegnata per una causa. Questa cultura del fuoco si fermi, ci sta portando all’autodistruzione. Stiamo distruggendo la natura e noi siamo natura. Credo che stiamo portando avanti un processo di autodistruzione. Questo murale è una protesta, un grido di aiuto’.

Cassandra M. Verticchio