Berlusconi e Salvini dovrebbero dirci cosa vogliono fare – di Giancarlo Infante

Berlusconi e Salvini dovrebbero dirci cosa vogliono fare – di Giancarlo Infante

Cosa succede nel centrodestra? Domanda più che legittima dopo l’ultimo incontro di Matteo Salvini con Silvio Berlusconi. Alla fine, solo poche frasi di circostanza, con la conferma che i due lavorano all’idea di creare una federazione fatta tra Lega e quel che resta di Forza Italia.

Un punto che resta ancora del tutto non chiarito. Visto che il Cavaliere continua a parlare più di partito unico del centrodestra. In politica queste sono sfumature che possono contare, ma anche no. Soprattutto in Italia dove, poi, restano le cose che si fanno alla fine di un percorso, soprassedendo su tutti i passaggi e i particolari che condiscono le dichiarazioni intermedie. Questi nostri politici, infatti, sono poco adusi a vedersi richiedere coerenza e continuità dalla cosiddetta pubblica opinione. Sanno benissimo, così, che il nostro Paese, alla fine, vive come se fosse una grande ed estesa Siena dove si è, sin dalla nascita, “iscritti” a una contrada. Sanno pure che la Politica è vissuta come il Calcio: la tifoseria fa aggio su ogni verità e coerenza. E’ uno dei nostri mali atavici e questo non aiuta né a crescere né a ricevere l’adeguata considerazione dentro e aldilà dei confini nazionali.

E’ pensabile che sia Salvini, sia Berlusconi stiano elaborando una strategia per contenere quella che si configura come loro vera concorrente: Giorgia Meloni. Il proclamato nazionalismo da lei proposto, con venature di romantico ed attenuato neo fascismo, sembra trovare consensi più di quanto non riesca a fare un’ipotesi della Lega salviniana che non riesce ad accreditare l’idea di essersi trasformato in partito nazionale di destra, e a sfondare al Sud, ed il tentativo berlusconiano di presentare con una faccia spendibile e credibile per un intero centrodestra che, a causa dell’oggettiva debacle di Forza Italia, è sempre più destra – destracentro. Fratelli d’Italia sta letteralmente “scippando” parlamentari e politici locali all’uno e all’altro. Approfittando del sostegno che l’uno e l’altro, con diversi toni e diverse finalità, hanno dato e, per il momento, continuano ad assicurare al Governo Draghi.

Probabilmente, Salvini e Berlusconi non hanno ancora ben chiaro, o non sono giunti a concordarla pienamente, quale strategia debbano adottare in merito a due punti di una certa rilevanza: sostegno a Draghi in vista del Quirinale? Legge elettorale nuova la quale comunque dovrà essere adottata, soprattutto dopo la decisione della riduzione del numero dei parlamentari? Eppure, i due mentre tengono in vita il simulacro di un centrodestra unito con Giorgia Meloni, anche perché tra pochi giorni scatta ufficialmente la campagna elettorale per le amministrative delle più importanti città italiane e per la Regione Calabria, ammiccano verso il centro. Stando all’Espresso ( CLICCA QUI ) Salvini, grazie ai buoni uffici di Denis Verdini starebbe dialogando con personaggi come Lorenzo Cesa e Pierferdinando Casini, mentre prova a fare campagna acquisti tra personaggi locali che avrebbero “sangue democristiano nelle vene”. Segno che i danneggiamenti staminali accadono anche in politica.

Vedremo se dei segnali verranno già dalle imminenti elezioni amministrative a proposito delle quali, in molti casi, sembra regnare l’incertezza. Anche perché il quadro offerto dal fronte contrapposto, che a seguito dell’arrivo di Enrico Letta alla guida del Pd non sembra aver smosso le cose, non è proprio dei più esaltanti. In generale, non pare proprio che siano state messe in campo di quelle candidature che ti fanno dire: domani vado e voto.

Se tutta questa ebollizione porterà a dei frutti vedremo. Già adesso si può, però, trarre la conclusione che Silvio Berlusconi sembra più intenzionato a provare a “raddrizzare le zampe ai cani” piuttosto che a dare vita ad una credibile posizione centrale che, se coerenza vuole, non può prescindere da una lettura dei fatti accaduti finora e delle reali storie e vicende che ogni partito e ogni personaggio si porta dietro. In particolare per quanto riguarda la cartina tornasole più significativa che è quella dei rapporti con l’Europa e la collocazione nella cornice internazionale. Cose con cui non si scherza, perché il continuare a stare con Orban e il civettare con la Le Pen lasciano il segno.

Chi come noi partecipa al progetto di INSIEME crede che il Paese abbia bisogno di novità. Inevitabile prendere atto, con realismo dell’esistenza di un quadro politico consolidato, ma in piena crisi al punto che si pone il problema del suo superamento per dare voce alla rappresentanza del frutto dei mutamenti intervenuti nella società italiana e nel tessuto civile. Una risposta, è ampiamente dimostrato, che non può venire dalla vecchia logica degli accordi di vertice tra partiti che hanno contribuito a portare l’Italia nelle condizioni attuali. E questo vale a destra, come a sinistra.

Giancarlo Infante