Lo Stato è tornato a Viterbo. Era l’ora ….

Lo Stato è tornato a Viterbo. Era l’ora ….

E’ durata una settimana circa la latitanza, ma poi lo Stato è tornato a Viterbo. Forse perché sono finite libagioni e bevute e, allora, è stato possibile veder svuotato il campo dove, in barba a tutte le disposizioni emanate, giovani provenienti da varie parti d’Europa hanno fatto di tutto escluso il rispetto delle norme sugli assembramenti contro il Coronavirus. Sono arrivati in migliaia, hanno allestito un vero e proprio teatro all’aperto senza che la cosa destasse alcun sospetto, nonostante le ripetute denunce che i sindaci della zona hanno presentato quasi quotidianamente alle autorità competenti. Neppure le rimostranze degli abitanti della zona pubblicate sui giornali servite a molto. Boh?!

Un fatto inspiegabile se non sulla base della considerazione che, a cavallo del Ferragosto, non c’erano abbastanza forze di polizia da inviare per fare l’unica cosa seria che ci sarebbe stato da fare: intervenire subito e  sgombrare. Molti agenti, probabilmente, sono stati impegnati per i effettuare i controlli richiesti nei locali pubblici per contrastare i soliti “furbetti” che vorrebbero stare consumare all’interno di bar e ristoranti senza avere il “green pass” o, addirittura, esibendone di falsi. La questione, così, ha esacerbato i gestori, ma anche i corretti frequentatori dei locali pubblici, oltre che a riproporre la questione delle discoteche. Evidente la disparità di trattamento e la riflessione sull’acqua che si porta al mulino di chi utilizza strumentalmente la severità, c’è da dire la presunta severità delle norme anti Covid, per criticare e basta.

Il “rave party” del viterbese conferma quello che molti italiani pensano da un pezzo: in questo Paese non funziona più nulla e il rispetto delle norme è diventato davvero un optional. Siamo il paese delle regole. Il nostro Parlamento e i nostri ministeri ne sfornano ad iosa. Forse perché sanno che poi, in tantissimi casi, manca sempre chi riesca a farle rispettare. E’ un convincimento così diffuso e condiviso che ce lo sentiamo dire un po’ dappertutto, e anche noi lo diciamo in ogni occasione, perché sappiamo che nessuno è in grado di risentirsi e di darci del “qualunquista”.

A ogni cambio di governo speriamo che ne arrivi uno che sappia conciliare le norme con la capacità di garantirne il loro rispetto. Attesa temeraria visto che ogni governo deve fare i conti con i partiti che lo sostengono, o che lo contrastano, impegnati in quell’infinito gioco dello scarica barile.

Fanno spuntare davvero un sorriso di tenerezza, così, quei politici che sin dagli inizi della pandemia hanno continuato ad utilizzarla come una vera e propria clava propagandistica contro le necessarie norme introdotte per contenerla. Così facendo non si sono mai resi conto di creare un clima grazie al quale migliaia di persone finiscono per fare un “rave” come quello di Viterbo a dispetto di tutto e tutti. A vivere fatti del genere come una sorta di liberazione da un virus che c’è e che nessuna politica potrà contenere se non sarà coerente, in ogni occasione.

Continuiamo a tollerale ogni genere di assembramento e, così, dobbiamo porci la terribile la domanda, sollecitata anche del numero dei contagiati che resta altissimo: ma da settembre in poi cosa accadrà?