Addio a Gino Strada. Per lui gli altri venivano prima di tutto il resto- di Giuseppe Careri

Addio a Gino Strada. Per lui gli altri venivano prima di tutto il resto- di Giuseppe Careri

Purtroppo, per un disguido tecnico questo articolo non è stato pubblicato ieri come avrebbe dovuto. Ce ne scusiamo con l’autore

Gino Strada è morto all’età di 73 anni. E’ stato il fondatore, insieme alla moglie Teresa Sarti, di Emergency, l’organizzazione umanitaria fondata nel lontano 1994 e conosciuta in tutto il mondo. Nel corso degli anni Emergency si è poi trasformata in una Ong, un Organizzazione non Governativa, con lo scopo principale di costruire ospedali e centri di riabilitazione in diverse località del mondo, quasi sempre in luoghi inaccessibili e pericolosi che solo Gino Strada e i suoi collaboratori hanno avuto il coraggio di intraprendere con una iniziativa così avventurosa e, per certi aspetti, anche pericolosa.

Gli ospedali da campo e i centri di riabilitazione sono stati costruiti in diversi paesi del mondo a partire dall’Afghanistan, Iraq, Sudan, Eritrea, Somalia, Bosnia, tutti paesi in guerra che Strada e la sua equipe operavano spesso mentre si sparava.

Ospedali costruiti per curare le vittime dei conflitti, di ragazzi mutilati dalle bombe anti uomo disseminate ovunque; e poi riservare una cura gratuita ai più poveri, ai bambini, agli orfani, ai ragazzi cresciuti troppo in fretta in territori martoriati dalle guerre civili interminabili, come se le guerre fossero l’unica strada da percorrere per una popolazione ormai sempre più rassegnata.

Grande, quindi, è stato il contributo del fondatore di Emergency alla cura di ben 11 milioni di malati, interventi chirurgici, riabilitazioni sul campo.

L’ultimo, in ordine di tempo, è l’ospedale pediatrico super moderno costruito in Uganda con il progetto dell’Architetto Renzo Piano, amico di una vita con Gino Strada. Nel corso della sua vita il fondatore di Emergency ha frequentato, tra gli altri, Noam Chomsky, un linguista anarchico e attivista politico americano.

Gino Strada si laurea a 30 anni in Medicina e Chirurgia all’Università statale di Milano. Si specializza poi in chirurgia d’urgenza. Ha la fortuna di conoscere il famoso cardiochirurgo Christian Barnard quando ormai non operava più per l’artrosi alle mani;

ma il suo modello era rappresentato dall’amicizia con il Professor Lucio Parenzan, primario di Cardio Chirurgia infantile a Bergamo. Il Prof. Parenzan fu il primo ad operare al cuore bambini piccolissimi, neonati affetti da una cardiopatia congenita chiamata Tetralogia di Fallot.

Grande è il dolore di tutti coloro che ebbero modo di conoscere Gino Strada, soprattutto per il suo straordinario lavoro svolto in ogni parte del mondo. La notizia della sua morte l’ha data sua figlia Cecilia Strada: “Il mio papà Gino Strada non c’è più. Io vi abbraccio ma non posso rispondere ai tanti messaggi. Io sono in mare dove abbiamo fatto soccorso e salvato vite; è quello che mi hanno insegnato papà e mamma.

Gino Strada oltre che uno scrupoloso medico-chirurgo è stato sempre un grande difensore dei diritti civili da estendere naturalmente a tutti, compresi gli emigranti. E’ stato sempre uno strenuo difensore della pace tra i popoli manifestando  e criticando apertamente l’intervento americano in Afghanistan avvenuto subito dopo l’attacco alle torri gemelle del 2001. Sapeva che il conflitto in Afghanistan avrebbe provocato morte e distruzione e lo rammenta nell’ultimo articolo pubblicato sulla stampa di Torino: “Ho vissuto in Afghanistan complessivamente 7 anni: ho visto aumentare il numero dei feriti e la violenza, mentre il Paese veniva progressivamente divorato dall’insicurezza e dalla corruzione. Questo lo dicevamo già 20 anni fa. Oggi l’esito di quell’aggressione è sotto i nostri occhi: un fallimento da ogni punto di vista”.

Gino Strada sembrava, almeno in apparenza, un uomo burbero, scostante, ma chi lo ha conosciuto lo definisce un uomo sincero, a volte spiritoso, e possedeva soprattutto una grande onestà intellettuale, sempre pronto a confrontarsi. Lo fece anche quando lo invitarono nel 2018 a occuparsi della sanità calabrese. Lui accettò di buon grado, dichiarò di non fare parte di nessuna aggregazione politica. Aspettò una risposta dal governo di allora che non arrivò mai. Forse capirono che Gino Strada non era “manovrabile” a fini politici.

Da uomo e da medico, Gino Strada si è sempre schierato dalla parte dei più deboli, degli emarginati, degli ultimi. Per questo alla sua morte ci sono centinaia di testimonianza che lo ricordano con affetto e rispetto.

Tra i primi a ricordarlo il Presidente del Consiglio Mario Draghi: “Strada ha trascorso la sua vita sempre dalla parte degli ultimi, operando con professionalità, coraggio e umanità nelle zone più difficili del mondo. L’associazione “Emergency” rappresenta il suo lascito morale e professionale”.

In una cerimonia in memoria della moglie Teresa, un collaboratore di Gino Strada disse: “Emergency è una famiglia che bisogna sostenere, proteggere come un bene prezioso”.

Lo dobbiamo a Gino Strada, a tutti i suoi collaboratori che, a rischio della vita e di rinuncia a una professione sicuramente più agiata, salvano centinaia di migliaia di bambini nel mondo.  Gino Strada amava ripetere:

“I pazienti vengono sempre prima di tutto”. E’ il manifesto di Emergency.

Giuseppe Careri