I diritti di tutti e il Green pass – di Guido Guidi

I diritti di tutti e il Green pass – di Guido Guidi

Non convincono le critiche di alcuni parlamentari della Lega e di Fratelli d’Italia nei confronti del Green pass italiano ed europeo, il passaporto vaccinale che garantisce la libertà di movimento in Italia e nell’Unione europea, con finalità di contrasto alla pandemia.

E’ evidente che il senso di coerenza dei partiti politici con i propri principi ispiratori, in molti casi, è andato perduto. Il movimentismo delle idee e dei principi è all’ordine del giorno. Domina l’impulso ad inseguire le pulsioni del corpo elettorale, che pare essere disponibile ad ondeggiare a destra e a manca.

Perché siamo a questo punto? É la fine dell’ideologismo? La vittoria del pragmatismo? Sicuramente, l’andamento a zig-zag della politica nostrana ha origine anche nella fine delle ideologie: una presa d’atto di cui i 5 Stelle hanno dimostrato di essere i più solerti interpreti. Tuttavia, a giudicare dall’evoluzione delle inclinazioni elettorali dell’ultimo anno, non sembra che pragmatismo e ondivaghismo paghino in termini di consenso.

La coerenza non richiede, com’è ovvio, l’immutabilità delle posizioni di partenza, tuttavia presuppone la persistenza della propria identità politica costitutiva. Del resto, è solo attraverso la coerenza dei propri gesti che un partito può dare testimonianza di credibilità politica.

Storicamente, appartengono all’ideologia della destra: il bene della sicurezza individuale e collettiva, l’ordine pubblico nazionale, il senso della comunità nazionale, il bene collettivo ideologicamente incarnato. Quanto c’è di tutto questo negli atteggiamenti di ostilità, palesi o striscianti, al Green Pass? Niente.

Sul Green pass si scontrano due visioni della società e dello Stato: da una parte la concezione libertaria, individualistico-ontologica, secondo la quale i diritti individuali rappresentano il valore assoluto, su cui lo Stato è invitato ad interferire il meno possibile, dall’altra, quella liberal-comunitarista che, senza negare i diritti individuali, propugna anche il valore costituzionale dei diritti collettivi.

I diritti collettivi – una categoria controversa della filosofia politica – sono quei diritti preterindividuali che, senza negare le libertà personali, impongono anche un insieme di doverosità, sia di carattere etico che giuridico, indispensabili a garantire, attraverso il senso di comunità, il bene comune.

La salvaguardia della salute e del benessere nazionale che cos’è, se non un diritto-dovere collettivo che, attraverso la tutela dei diritti di tutti salva anche i diritti di ciascuno di noi?

I partiti che si autodefiniscono di destra conoscono bene l’alto valore morale dei doveri, da rispettare per fini d’interesse nazionale. Nel caso Green Pass però sembrano dimenticarlo, per piccoli calcoli, di corto profilo elettorale.

Green Pass e No Vax coinvolgono questioni simboliche e diaboliche di un tema centrale, molto caro: la battaglia per il recupero del senso di comunità, in ogni ambito territoriale, professionale, lavorativo, nazionale, internazionale. Al di là di alcuni circoscritti casi, in cui il rifiuto alla vaccinazione può trovare valide ragioni, il diritto-dovere a vaccinarsi non può che passare attraverso una rinnovata etica collettiva della doverosità, quell’etica politica che i partiti contemporanei sembrano aver smarrito … per un pugno di voti.

Guido Guidi