Un progetto per governare l’immigrazione – di Primo Fonti

Un progetto per governare l’immigrazione – di Primo Fonti

L’immigrazione è un fenomeno storico di grande portata. Si parla molto della necessità di “governare” il fenomeno ma le soluzioni prospettate denotano scarsa conoscenza del problema, delle sue radici e delle sue tendenze  al punto che non meraviglia la povertà del dibattito pubblico che oscilla tra chiusure xenofobe/ razzistiche e approcci emotivi/romantici.

Sfugge così la portata dirompente del fenomeno che impone costi umani e sociali davvero insopportabili.
Per uscire da questo schema bipolare è necessario un progetto che promuova e attui, da una parte, giuste e realistiche politiche di accoglienza e integrazione e , dall’altra, le condizioni di sviluppo dei Paesi di provenienza degli immigrati.
La scelta di campo, dunque, è per una società  aperta, accogliente e solidale , orientata al pieno sviluppo dell’uomo e di tutti gli uomini. Se le società del futuro possono essere soltanto società aperte, multiculturali, multietniche, multirazziali, allora si deve percorrere la strada che conduce alla costruzione di un nuovo pluralismo dove culture differenti convivono e intrattengono relazioni di reciproco riconoscimento.

Questo processo, che non sarà indolore e neppure spontaneo, dovrà essere accompagnato da politiche di cooperazione per lo sviluppo nei Paesi di origine.

E’ un processo che deve essere “governato”; ma con quale progettualità ? Progettare è un verbo delicato che presuppone equilibrio, conoscenza dei problemi e previsione delle grandi  tendenze economiche, demografiche e politiche che caratterizzano lo sviluppo a scala mondiale.

Per questo è anzitutto necessario:

  • un osservatorio permanente in grado di raccogliere ed elaborare dati per comprendere le cause,i bisogni e le aspettative degli immigrati che sono anzitutto persone,famiglie , comunità.
  • Elaborare strategie integrate tra politiche del lavoro, della cultura, dell’istruzione, della cittadinanza politica e sociale.
  • Recuperare la capacità di governo dello Stato nelle regioni ad alta presenza mafiosa.
  • Emersione del molto “sommerso” dell’economia e del mercato del lavoro per la regolarizzazione del lavoro “ nero” degli immigrati.
  • Vanno innescati,con la congiunta mobilitazione delle istituzioni e della società civile, strategie di inclusione, inserimento, adattamento reciproco e integrazione,che  presuppongono processi culturali di medio-lungo periodo.

Insomma, alla chiusura delle frontiere si deve rispondere con politiche di cooperazione, accoglienza e solidarietà, a livello continentale prima che nazionale, con la revisione dei trattatati.

Al paternalismo assistenziale si deve rispondere con strategie di promozione di pari opportunità di cittadinanza politica e sociale.

“Governare” il fenomeno significa, in definitiva, attivare processi coerenti  con il percorso tracciato dai quattro verbi di Papa Francesco: “ accogliere, proteggere, promuovere e integrare “ e creare le condizioni di sviluppo dei Paesi di provenienza degli immigrati non solo perché diminuiscano i flussi  di ingresso ma anche per favorire il ritorno al proprio Paese di coloro che lo desiderassero perché anche noi potessimo un giorno rivolgere loro le stesse parole di Nausicaa al naufrago Odisseo: “ sii felice , straniero, tornato alla terra dei padri non scordarti di me…”.

Primo Fonti