L’omofobia. Tra discriminazione e libertà di pensiero- di Giuseppe Careri

L’omofobia. Tra discriminazione e libertà di pensiero- di Giuseppe Careri

Stazione di una metropolitana. Un uomo si avvicina a una panchina e si siede accanto a una donna che è immersa nell’ascolto di una musica attraverso le cuffie. Nel frattempo arriva un’altra donna, si avvicina alla panchina, saluta la donna seduta con un ampio sorriso, le toglie delicatamente le cuffie e con un bacio sulle labbra della ragazza suggella l’incontro tra le due donne. L’uomo, che ha assistito alla scena, scandalizzato, si alza e si dilegua all’arrivo del treno.

Lo spot del bacio tra due donne segue quello reale tra due uomini avvenuto di recente in una stazione della metro seguito poi da un’aggressione da parte di un uomo che li ha aggrediti a suon di pugni per punire il loro gesto d’amore.

Proprio per divulgare una cultura diversa, il Ministero delle Pari Opportunità ha promosso una campagna pubblicitaria sulle televisioni a favore della legge sull’omolesbobitransfobia presentata dal Deputato Zan, già approvata alla Camera dei Deputati, e in attesa di essere discussa e approvata dal Senato dove il Centro Destra, con le Senatrice Ronzulli, Binetti, Quagliarello, ha presentato un suo disegno di legge in contrasto, almeno in parte, con quello del Partito Democratico.

Il disegno di legge Zan prevede di estendere il reato di istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa, prevista già dalla legge Mancino, aggiungendo però motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, o sulla identità di genere o sulla disabilità.

Il Centro Destra, nel testo depositato al Senato, intende modificare l’art.61 del codice penale dove sono previste, secondo il PD, meno tutele perché elimina dalle aggravanti le ragioni legate al genere e all’identità di genere.

In questa materia cosi complessa per salvaguardare le fasce più deboli della popolazione sul pericolo del razzismo e dell’odio verso la dignità delle persone, è intervenuto anche il Sociologo Luca Ricolfi della Fondazione Hume, uomo di sinistra come ha dichiarato recentemente, che in un articolo sul messaggero dei giorni scorsi ha scritto: “Nel caso del ddl Zan le intenzioni paiono sostanzialmente condivisibili. La lacuna della legge Mancino punisce con particolare severità nei confronti di razze, etnie, nazionalità, religione, ma non altri momenti, sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere, disabilità”.

Il limite del ddl Zan, aggiunge Ricolfi, anziché limitarsi a difendere i deboli e la dignità delle persone, vuole anche imporre a tutti una particolare concezione del bene comune, dell’educazione e persino degli usi appropriati del linguaggio.

Un altro dei punti controversi del due disegni di legge riguarda la libertà di espressione e quello sull’inquietudine delle famiglie per l’educazione dei figli.

Sulla libertà di parola è intervenuto anche Enrico Mentana, l’anchorman della Sette che ha difeso a spada tratta l’art.21 della Costituzione che, ha ricordato, recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”.

L’art. 4 del ddl Zan, pluralismo delle idee e libertà delle scelte, si possono esprimere “purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”. Insomma sarà il Giudice a decidere quali saranno gli atti discriminatori o violenti in una manifestazione del pensiero.

In un post su Facebook, il Direttore de La 7 Enrico Mentana ha difeso la libertà di parola suscitando critiche da parte di esponenti di spicco del Partito Democratico. Mentana ha detto: “Non esiste che si metta alla gogna chi ha un parere diverso, e allo stesso modo è inconcepibile che si sottoponga alla gogna mediatica, o peggio si proponga l’ostracismo per chi fa satira sui temi sensibili; non esiste che si difenda chi fa satira sui simboli religiosi e si attacchi chi la fa sulle scelte di genere. La libertà è una sola, permette di prendere in giro i leghisti e gli ebrei, i gay e i magistrati, i machisti e i navigator, i giornalisti e le femministe, e così via, nessuno escluso. E non perché “Se no fai il gioco della destra” come mi è toccato leggere, ma perché la libertà è precisamente questa, piaccia o no”.

Vedremo nei prossimi giorni se ci sarà un punto di accordo tra i sostenitori del decreto Zan e quello della Ronzulli di Forza Italia. Rimane il fatto che i due disegni di legge sono una materia scottante e difficile da portare a termine.

Spetta quindi ai legislatori, per quanto possibile, semplificare una legge che riguarda tutti i cittadini. Semplificare, come ha saputo fare lo spot delle due ragazze che si baciano.

Approvare il disegno di legge sull’omolesbobitransfobia e le sue conseguenze pratiche vuol dire fare un enorme passo in avanti nella conoscenza della legge e sul rispetto della dignità delle persone. Nel giorno della giornata mondiale contro L’omolesbobitransfobia il Presidente della Repubblica Mattarella ha ribadito: “il rifiuto assoluto di ogni forma di discriminazione e di intolleranza”. E’ quello che sperano tutti i cittadini, soprattutto di coloro più colpiti dall’odio e dal razzismo.

Giuseppe Careri