Coprifuoco la lega si defila – di Giuseppe Careri

Coprifuoco la lega si defila – di Giuseppe Careri

L’astensione della Lega al nuovo decreto Covid sulle riaperture delle prossime settimane ha irritato innanzi tutto il Presidente del Consiglio Mario Draghi che nel corso della riunione ha esclamato “Fatto grave, difficile da comprendere”.

Il coprifuoco resta quindi confermato dalle 22 alle 5 del mattino; ristoranti aperti a pranzo e a cena ma per il momento non ancora al chiuso. Difficile comunque comprendere l’astensione della Lega al decreto covid soprattutto dopo il si ai provvedimenti del Ministro Giancarlo Giorgetti decisi nell’ultima cabina di regia del Governo. “Gli accordi si rispettano” ha ribadito il Presidente del Consiglio. Del resto la linea dell’esecutivo, in particolare del Premier, ma anche del Ministro della Salute Speranza, è stata sempre orientata alla riapertura degli esercizi commerciali accettando, però, un “rischio ragionato”, come ha sottolineato nella conferenza stampa dei giorni scorsi il Presidente del Consiglio.

La fermezza del Presidente Draghi, supportata dal Comitato Tecnico Scientifico, è legata anche alla speranza di raggiungere quota 500 mila vaccinazioni al giorno, entro il mese di Aprile.

Lo “strappo” di Salvini con l’astensione comunicata via sms al Presidente Draghi, oltre a smentire il proprio Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti, ha fatto entrare in fibrillazione l’esecutivo soprattutto dopo il si unanime  di tutti i partiti dei giorni precedenti. Da qui nasce la contrarietà del Partito Democratico, dei 5 Stelle e di Leu, per il cambio di direzione impresso dal Segretario della Lega Salvini. Anche Calenda e Matteo Renzi di Italia Viva volevano il coprifuoco alle ore 23, ma si sono adeguati alla decisione della maggioranza che inizialmente comprendeva anche la lega. “L’astensione alla riapertura della Lega crea un precedente grave”, ha detto il Ministro Pd della Cultura Franceschini.

In una nota pubblicata dal Comitato Tecnico Scientifico si legge: “In una strategia di mitigazione del rischio di ripresa della curva epidemica, si ritiene opportuno privilegiare una gradualità delle misure di contenimento, compreso l’orario d’inizio delle restrizioni”.

In un articolo pubblicato dal Corriere della Sera, l’immunologa Antonella Viola, ordinaria di Patologia Generale all’Università di Padova ritiene invece che: “spostare di un’ora non cambia nulla per i contagi, a patto che vengano mantenuti i controlli”. Il danno ai ristoratori è enorme a fronte di un beneficio del tutto discutibile per i contagi”.

Il decreto ha la durata fino al 31 luglio, ma il Governo ha già fatto sapere che  ogni due settimane valuterà i dati epistemologici per modificare alcune misure restrittive come l’orario del coprifuoco e altre restrizioni legate ai contagi e ai decessi.

Dalla prossima settimana, dunque, tornano le zone gialle; rimangono solo tre zone rosse, fino a quando i contagi e le terapie intensive diminuiranno.

A volte ci si dimentica di un virus particolarmente contagioso in tutto il mondo dove il numero di contagiati e decessi è impressionante. Infatti alla data di oggi nel mondo ci sono 144 milioni 222 mila contagi; i decessi hanno superato ormai i 3 milioni di persone. Solo in Italia ci sono stati finora quasi 4 milioni di contagiati, mentre i morti sono ormai 119 mila.

A fronte di queste cifre drammatiche, occorre rispondere con serietà e decisioni appropriate, senza giochi di potere e, magari, di propaganda, per un voto in più alle prossime elezioni.

Occorre prudenza nelle decisioni che riguardano milioni di persone, di anziani, giovani, uomini, donne, disabili e fragili. Così come ci sono purtroppo centinaia di migliaia di commercianti, ristoratori, cassa integrati, imprenditori sull’orlo del fallimento e della fame.

Per questa ragione occorre senso di responsabilità soprattutto da chi sta al governo e decide per tutti i cittadini. Non si può cambiare parere dopo un faticoso accordo raggiunto tra tutte le parti.

Giusto il dissenso, l’orientamento verso i problemi economici, ma questo non può incidere sul problema sanitario dove ancora oggi si muore. In ultima analisi, se non si è d’accordo con le linee guida del Presidente del Consiglio tanto vale uscire dal Governo e fare la battaglia all’opposizione in favore di tutte quelle categorie che si ritiene di salvaguardare, sia pure per un’ora in più di coprifuoco.

Giuseppe Careri