Io apro: “no tu no” – di Giuseppe Careri

Io apro: “no tu no” – di Giuseppe Careri

Malgrado il divieto della Questura di Roma ad autorizzare la manifestazione di protesta, un migliaio di commercianti, ristoratori, partite Iva, sono arrivati da diverse città italiane nella capitale dove un cordone di poliziotti ha presidiato le strade del centro storico per impedire ai manifestanti di protestare davanti Montecitorio.

Come spesso accade in queste proteste legittime, ai manifestanti si sono poi infiltrati personaggi di estrema destra con l’unico scopo di creare disordini e scontri con la polizia. E’ quello che è avvenuto anche ieri. Mentre i lavoratori protestavano pacificamente con le mani alzate e al canto di libertà, libertà, alcuni facinorosi hanno gettato bombe carta e bottiglie contro le forze di polizia che facevano cordone per non far arrivare i manifestanti davanti la Camera dei Deputati.

In questa contrapposizione sociale c’era tutta la disperazione, la rabbia e la paura di tanti lavoratori di perdere il proprio posto di lavoro, con la preoccupazione di non riaprire la propria attività di ristoratori dopo un anno di pandemia e di chiusure.

Noi non abbiamo maschere, non abbiamo armi, vogliamo solo essere scortati fino a Montecitorio”, gridavano in coro ai poliziotti, i manifestanti.

Di fronte a loro i poliziotti, “lavoratori” anche loro assegnati a contenere la piazza cercando di evitare disordini e scontri soprattutto dopo le provocazioni di gruppi estremistici che nulla hanno a che fare con la protesta legittima di cittadini.

Una protesta fotocopia dei ristoratori e degli ambulanti si era manifestata già nelle scorse settimane, con le stesse modalità e con scontri ancora più duri di ieri.

Nella sostanza, i commercianti, i lavoratori, le partite Iva e la maggioranza dei lavoratori dello spettacolo, delle palestre, dei ristoranti, bar, e di tanti altri settori, chiedono al governo la possibilità di riaprire al più presto i loro esercizi dopo una anno, e anche più, di chiusure. La protesta fa seguito ai ristori che nella maggior parte dei casi si sono rivelati insufficienti a coprire le spese dell’affitto, delle utenze e dei costi vivi dell’esercizio.

Per la verità il Governo Draghi ha in procinto di approvare un nuovo ristoro per imprese e lavoratori che dovrebbe aggirarsi tra i 35 e i 40 miliardi già nei prossimi giorni. Ma questo è solo un aspetto del problema.

Il problema vero riguarda la riapertura degli esercizi e il ritorno a una vita familiare normale indirizzata soprattutto nel settore economico.

Da giorni il Presidente del Consiglio Draghi e il Ministro della Salute Speranza continuano a ripetere che la riapertura delle attività commerciali ci sarà solo se i contagi, i decessi e le terapie intensive saranno notevolmente diminuiti. E questo avverrà, sottolineano Mario Draghi e Roberto Speranza solo ultimando la vaccinazione degli ultra ottantenni e delle persone fragili.

Purtroppo all’interno dello stesso Governo ci sono alcuni partiti che spingono per una riapertura ancora più frettolosa che fa sperare, a imprese e lavoratori, in una ripresa immediata dell’attività commerciale. Lo chiedono la Lega, Forza Italia, Italia Viva, ed anche l’unica forza di opposizione dei Fratelli d’Italia.

Non c’è dubbio che la rabbia dei lavoratori e le loro proteste sono comprensibili e anche giustificate da una situazione drammatica causata dalla pandemia e, di conseguenza, dalle chiusure delle attività commerciali. Ma non è giustificabile dai partiti dello stesso Governo che non hanno una linea comune per risolvere il dramma che attraversano i lavoratori in questa fase. Alcuni politici a volte danno l’impressione di parlare più per ragioni di “bottega”, di voler cioè racimolare qualche voto in più, che per convinzione profonda. Bene ha fatto il Segretario del PD Letta a dichiarare che non si possono dare cifre certe di apertura se non quando ci saranno determinati dati a consentirlo.

Certo sarebbe bello pensare a una primavera inoltrata e alla prossima estate in libertà, come gridavano i manifestanti ieri pomeriggio in piazza, oltre a riacquistare tranquillità sociale ed economica. Rimane il problema di sconfiggere al più presto il coronavirus attraverso una vaccinazione di massa che il Governo ritiene possibile già dalla fine di questo mese.

Poi saremo in tanti a volere la riapertura delle attività commerciali del paese e a ritrovare, finalmente, la serenità di una vita possibilmente normale.

Giuseppe Careri