Terapie intensive al collasso – di Giuseppe Careri

Terapie intensive al collasso – di Giuseppe Careri

La situazione dei ricoveri Covid 19 in terapia intensiva si fa sempre più difficile. In ben 13 Regioni è stato superato di gran lunga il limite del 30% fissato dall’Istituto Superiore di Sanità come limite massimo dei ricoverati nelle sale intensive. La situazione più preoccupante è in Lombardia dove i ricoveri in terapia intensiva sono al 61%, seguiti dal Piemonte e dalle Marche con il 59%, poi Emilia Romagna con il 53%, infine il Lazio “solo” al 39% nel giorno del suo ingresso nella zona arancione.

L’aspetto più grave di tanti ricoveri riguardano poi la casistica dei decessi. In una intervista rilasciata a Repubblica,  il Direttore del Reparto anestesia e rianimazione Roberto Fumagalli dice: “Nella nostra Regione ci sono quasi 900 posti letto occupati dai pazienti Covid nelle terapie intensive;  potremmo arrivare a mille nelle prossime settimane. Purtroppo la mortalità è molto alta, il 36/38% di chi entra non sopravvive”

Nelle ultime 24 ore sono 42 le persone ricoverate in terapia intensiva per un totale di 3.721 persone. I decessi sono sempre alti, 417 in un solo giorno per complessivi 108.350 persone. Inferiori al giorno precedente i contagi, 12.916, con un numero di tamponi notevolmente inferiore dei giorni precedenti.

Colpisce la notizia di nessuna vittima a Londra dopo mesi di lockdown. In tutto il Regno Unito ci sono stati 19 morti e le prime aperture del gioco del tennis e del golf, mentre per parrucchieri, ristoranti e pub dovranno pazientare fino al 12 aprile.

Per gli Inglesi resta ancora un sogno fare una vacanza all’estero. Multa di 5 mila sterline per chi esce dai confini del Regno Unito senza un motivo di urgenza in vigore fino al prossimo mese di agosto.

In Italia continua il pressing della Lega per favorire riaperture nelle Regioni che hanno una situazione sanitaria buona, soprattutto per quando riguarda le terapie intensive e il valore Rt non superiore a 1. Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha incontrato ieri i Governatori delle Regioni per fare il punto della situazione. “Valuteremo la situazione settimana dopo settimana” ha specificato Mario Draghi, “in base ai contagi e ai dati che avremo alla metà di aprile”.

Nelle parole del Presidente del Consiglio c’è la speranza che il piano vaccinale prosegua nel miglior modo possibile nei prossimi mesi fino a raggiungere le 500 mila vaccinazioni al giorno. In questa ottica si inseriscono le “visite” del Commissario Governativo Figliuolo e il Capo della Protezione Civile Curcio in Sicilia e Calabria alle quali seguiranno la Lombardia e il Piemonte per alimentare la fiducia in tutti gli operatori sanitari impegnati nelle vaccinazioni.

E’ prioritario infatti che ad aprile le vaccinazioni proseguano a pieno ritmo potendo contare, finalmente, su tutti i vaccini disponibili compressi anche quelli di Johnson e Johnson.

Rimane la preoccupazione del Governo e di tutta la struttura operativa del Ministero della Salute di procedere, come ha auspicato il Presidente Mario Draghi, alla vaccinazione dei più anziani, delle persone oltre gli ottant’anni e di quelli dei più fragili.

Per raggiungere questi obbiettivi l’Italia è ancora divisa in 12 regioni arancione e in 9 rosse. Tra le rosse ci sono Lombardia, Piemonte e Veneto, mentre in quella arancione ci sono da oggi il Lazio e poi Liguria, Umbra, Basilicata e Sardegna.

Intanto nei giorni di Pasqua e Pasquetta, dal 3 al 5 aprile, tutta Italia sarà in zona rossa. Subito dopo ci sarà la bella notizia dell’apertura  degli asili nido, le elementari e le  prime medie. In zona arancione torneranno in classe tutti gli studenti fino alla terza media mentre le superiori riapriranno solo al 50% E’ un segno di speranza per il futuro dei nostri figli e di tutti i cittadini che continuano a sostenere sacrifici in attesa di ritornare a vivere una vita normale.

Giuseppe Careri