Week end chiuso per Covid – di Giuseppe Careri

Week end chiuso per Covid – di Giuseppe Careri

Ieri ennesima riunione a Palazzo Chigi tra il Presidente del Consiglio Draghi, il Comitato Tecnico Scientifico e numerosi Ministri della cabina di regia per decidere le prossime scelte relative al Covid e alla possibile chiusura, nei prossimi week end, per contrastare la pressione dei contagi e dei decessi.

L’ipotesi, al momento, è quello di modificare il Dpcm del 6 marzo attraverso la chiusura per tutto il giorno di bar e ristoranti, anche di quelli che non sono situati in zona rossa. E’ la proposta del Comitato Tecnico Scientifico indirizzato alla Cabina di Regia nella riunione che si è svolta ieri a Palazzo Chigi.

Oggi ci sarà un’ulteriore riunione del Governo con le Regioni e gli Enti Locali per decidere sulla fattibilità delle proposte del Comitato Tecnico Scientifico. Nella giornata di domani, dopo gli ultimi dati dei contagi e dei decessi, il Consiglio dei Ministri deciderà se chiudere nei week end e nei giorni prefestivi e festivi come accaduto a Natale dell’anno scorso.

La decisione della cabina di Regia nasce dalla consapevolezza dell’aumento dei contagi e dei decessi che negli ultimi mesi hanno avuto una crescita preoccupante. In una scheda pubblicata dal quotidiano Domani, risulta che nel periodo fra Maggio e Luglio del 2020 ci sono stati in due mesi 5 mila decessi; mentre a fine novembre sono morte 5 mila persone in soli 6 giorni. Nasce, quindi, da questi dati la necessità di contenere l’aumento dei contagi che hanno una ricaduta sui ricoveri delle terapie intensive. Proprio nella rilevazione delle ultime 24 ore, le terapie intensive sono aumentate di ben 253 unità, raggiungendo la cifra record di 2.827 persone ricoverate. E’ scattato l’allarme di tanti primari per l’insostenibilità della situazione diventata ormai difficile da gestire. “Intervenire quando la situazione è ormai fuori controllo non serve”, dice il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, che chiede di “istituire “immediatamente” la zona rossa nella regione”.

La drammatica situazione ospedaliera del Piemonte, non è purtroppo diversa dalla Regione Lombardia o da quella delle Marche, dove i malati da coronavirus sono dirottati al momento negli ospedali abruzzesi per mancanza di posti Covid.

Il Professor Massimo Antonelli, Direttore dell’Unità di Rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma, in una intervista rilasciata al Corriere della Sera, dichiara: “Nell’attuale contesto la mitigazione delle curva appare limitata. Non possiamo far finta che la situazione sia diversa da quella che è”.

Da parte loro gli scienziati sottolineano il peggioramento della curva epidemiologica e una rapida diffusione delle varianti con una maggiore trasmissibilità.

Secondo i dati del Ministero della Salute, nelle ultime 24 ore ci sono stati 22.409 contagi e 331 decessi. I tamponi molecolari e antigenici sono stati 361 mila, 15 mila in più del giorno precedente. Dunque, una situazione sanitaria che non accenna a diminuire; una pandemia che preoccupa, in molti casi genera paura, salvo alcuni irresponsabili che “sfidano la sorte” con assembramenti e atteggiamenti assurdi.

Nell’ultimo anno, dopo la scoperta del coronavirus, gli italiani dopo un primo sbandamento, dimostrarono grande senso di responsabilità, di misura, al punto di sentirsi legati l’un con l’altro attraverso slogan e canzoni recitate dai balconi per farsi coraggio e superare con la solidarietà e la vicinanza un virus invisibile e sconosciuto. Nessuno all’epoca aveva previsto la durata della pandemia. Dopo la speranza di farcela, è subentrata la preoccupazione e la paura. Gli oltre 100 mila morti e i 3 milioni di contagio ci ricordano infatti che siamo ancora immersi nella pandemia e che dovremo soffrire ancora prima di liberarcene.

Nell’ultimo mese c’è stato il cambio di Governo e il nuovo Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sostituito in tempi brevi il Commissario e il Capo della Protezione Civile per dare un nuovo slancio alla vaccinazione, consapevole della gravità del momento. In un dei suoi rari interventi comunicativi ha detto: “Purtroppo ci troviamo tutti a un nuovo peggioramento dell’emergenza sanitaria. La pandemia non è ancora sconfitta, ma si intravvede con l’accelerazione del piano dei vaccini una via d’uscita non lontana. Voglio cogliere questa occasione per mandare un segnale di fiducia anche in noi stessi. Ringrazio coloro che soffrono anche le conseguenze economiche della pandemia. Ringrazio gli studenti, le famiglie e gli insegnanti che sopportano la chiusura delle scuole”.

L’auspicio del Presidente Draghi di una via d’uscita dalla pandemia non lontana ha lo scopo di invitare i cittadini a resistere come fecero in passato, con la speranza che la vaccinazione di massa possa finalmente dare i risultati che ognuno di noi spera si realizzi e si avveri davvero.

Giuseppe Careri