E’ nato il Governo Draghi – di Giuseppe Careri

E’ nato il Governo Draghi – di Giuseppe Careri

Aria di soddisfazione al Quirinale per lo scioglimento della riserva del Presidente incaricato Draghi e la nomina dei 23 Ministri di cui 8 donne e 15 uomini.

Un governo difficile da formare vista la partecipazione di diversi partiti da sempre antitetici l’uno con l’altro. Il compromesso raggiunto da Draghi per costituire il Governo di emergenza voluto dal Presidente della Repubblica Mattarella è stato raggiunto, infine, nominando un mix tra tecnici e politici. Una discontinuità dal passato voluta dal Professore  per portare a termine il suo mandato.

Una delle novità assolute del nuovo Governo guidato da Mario Draghi è rappresentata infatti dalla creazione del Ministero della transizione digitale affidata a Vittorio Colao, un super manager di 59 anni, Università la Bocconi, e con un Mba ad Harvard; Colao è uno dei McKinsey Boys. Chiamato nell’aprile del 2020 da Giuseppe Conte per rilanciare l’economia del nostro paese; malgrado lo sforzo profuso in questo incarico prestigioso, il progetto fu poi riposto in un cassetto

L’altra novità di questo Esecutivo è la nomina di un tecnico, Roberto Cingolani, alla guida del Ministero della Transizione ecologica, un Ministero già operativo in Francia e Spagna. Cingolani, 60 anni, si laurea in fisica nel 1985. Dal 1992 al 2004 è professore all’Università del Salento, un polo di eccellenza per le nanotecnologie. Nel 2005 direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Genova. I due nuovi ministeri della transizione digitale ed ecologia avranno il difficile compito di utilizzare una parte cospicua dei miliardi del Next Generation Eu.

Ci sono altri due Ministeri importanti che Draghi ha voluto riservare a personalità riconosciute nel campo internazionale della giustizia e dell’economia.

Al Ministero della Giustizia ha nominato Marta Cartabia, Professoressa di Diritto costituzionale e prima donna ad essere stata nominata Presidente della Corte Costituzionale.

Il Ministero dell’Economia è stato affidato a Daniele Franco, uomo di Banca indispensabile per tenere in ordine i conti dello Stato. Dal 1 gennaio del 2020 è Direttore Generale della Banca d’Italia.

Il Presidente Draghi è riuscito, quindi, a formare il nuovo Governo coniugando l’aspetto tecnico con quello politico.  Senza rilasciare dichiarazioni al termine delle consultazioni, è riuscito a mettere d’accordo i partiti della maggioranza malgrado la loro diversità in campo sociale, economico e politico.

Ha cercato una copertura tecnica che lo salvaguardi soprattutto sull’economia, sulla giustizia e dell’ambiente con dei professionisti di provata esperienza internazionale. Draghi ha avuto anche la capacità di armonizzare i Ministeri affidati ai politici, confermandone alcuni del precedente Governo come Franceschini alla Cultura, Speranza alla Salute, Di Maio agli Esteri, Patuanelli all’Agricoltura e concedendo il Ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità a Elena Bonetti di Italia Viva; Draghi, tra le tante difficoltà, aveva anche quella di inserire la Lega e Forza Italia nella lista di Ministri del nuovo Governo. C’è riuscito con Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo Economico, ed Erika Stefani al Ministero della Disabilità, mentre a Renato Brunetta ha affidato il Ministero della Pubblica Amministrazione.

Dalle prime dichiarazioni dei partiti si rileva una grande soddisfazione per il nuovo governo. Lo dichiarano esplicitamente Zingaretti per il Partito Democratico e Matteo Renzi per Italia Viva. In casa del Movimento 5 stelle si cerca di ricucire con Di Battista che già nella giornata di ieri aveva dichiarato di uscire dal Movimento.

Ora si tratta di governare, di affrontare i molteplici problemi che affliggono il nostro paese da tanto tempo. In primo luogo la lotta alla pandemia, poi all’ambiente e soprattutto all’economia, alle migliaia di imprese  e di lavoratori che hanno perso il posto di lavoro o in cassa integrazione.

Un compito difficile sulle spalle del Presidente del Consiglio che dovrà fare ricorso alla sua esperienza, a tutte le sue risorse umane, sociali e culturali per superare i molteplici scogli che affronterà nella sua difficile navigazione. Certo avrà bisogno dell’appoggio incondizionato dei suoi Ministri, ma anche del supporto delle segreterie di partito per evitare fughe in avanti da parte di qualcuno.

Il primo passo è compiuto. Ora viene la parte più difficile, quella di governare un paese litigioso che non sempre ha dimostrato grande senso di responsabilità. Questa è l’occasione buona per dimostrare il contrario.

Giuseppe Careri