C’eravamo tanto vaccinati – di Giuseppe Careri

C’eravamo tanto vaccinati – di Giuseppe Careri

Il 27 dicembre è partita la campagna vaccinale contro il Coronavirus in tutta Europa.  I dati delle vaccinazioni a medici, infermieri e persone a rischio al momento sono piuttosto confortanti; infatti sono oltre 400 mila le vaccinazioni effettuate in Italia fino ad oggi. E’ noto, comunque, lo sforzo di tutti i paesi europei, ed extra europei, a vaccinare il maggior numero di persone per raggiungere una immunità di gruppo, condizione essenziale per arrestare la corsa del coronavirus. Certo siamo ancora lontani da una vaccinazione generale, ma l’adesione dei cittadini a vaccinarsi al più presto è risalita al 56%.

Per soddisfare tutte le richieste sono in arrivo altri milioni di dosi di vaccino da Moderna, certificata due giorni fa dall’Aifa. Ma la strada da percorrere per uscire dal tunnel è ancora lunga. Lo certifica il disastro degli oltre 68 mila contagi e 1.300 decessi in un giorno in Inghilterra. Secondo i dati della Johns Hopkins University i contagi nel mondo superano ormai 86 milioni, mentre i morti sono finora 1,8 milioni.

In Italia la curva, dicono al Ministero della Sanità, non accenna ancora a diminuire. Per questa ragione in molte scuole il ritorno in presenza degli Istituti Superiori è rinviato in gran parte delle regioni. In Lombardia si rientra il 25 gennaio, mentre nel Lazio è previsto per il 18 di questo mese. Da Lunedì prossimo, poi, si riparte con i nuovi colori; in arancione sono collocate 5 Regioni, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Sicilia e Calabria. Tutte le altre in giallo con un Rt inferiore ad 1.

Rimane sempre in primo piano la sfida principale per vaccinare il maggior numero di persone. Una novità arriva dalla Campania dove il Presidente della Regione De Luca ha deciso di dotare di un tesserino a tutti coloro che si sono vaccinati, un pass partout necessario per entrare successivamente nei locali pubblici, dove forse sarà richiesta la certificazione della vaccinazione avvenuta.

Negli anni sessanta e settanta, 1950/60, si combattevano analoghe battaglie contro malattie che forse i più anziani ricorderanno: vaiolo, difterite, poliomelite, epatite B.

Erano gli anni del miracolo economico che tante novità e benessere avrebbe portato a gran parte della popolazione, soprattutto alla povera gente.

Era il 3 gennaio del 1954 quando iniziarono le trasmissioni televisive. Una rivoluzione che contribuì a rendere più unitaria l’Italia. La televisione italiana aveva ereditato i suoi programmi dalla radio ed anche dalla televisione inglese il cui motto suonava così: informare, istruire, intrattenere. Infatti milioni di italiani si riunivano numerosi nelle case per assistere alla trasmissione principe dell’epoca; Lascia e Raddoppia condotta da Mike Buongiorno.

Ed è proprio in quel periodo storico che nasce The King, il Re del Rock and Roll cantato e ballato dal mitico Elvis Presley.

E’ in quegli anni ricchi di cultura, di boom economico, benessere e di novità discografiche, che i bambini dell’epoca cominciano a crescere in una società in forte trasformazione. Giocano per strada, socializzano con i coetanei, inventano giochi che oggi non sarebbe più possibile ricreare. Piccoli inventori pieni di fantasia capaci di costruirsi un moto pattino con le proprie mani, utilizzando il legno ricavato chissà dove e i cuscinetti a sfera logicamente oliati a dovere; oppure costruirsi un bellissimo aquilone di carta velina colorata, con tanto di code multicolore che lasciavano volare in cielo insieme a tanti altri. E poi i giochi, anche quello evocato recentemente da Papa Francesco con il pallone ricavato con pezzi di stoffa rubati ai genitori. E, ancora, il gioco della “campana”, il nascondino, l’hulla hop, le biglie, il salto con la corda, lo spacca picchio.

Poi, però, c’era la scuola, lo studio, i compiti, i pianti e le soddisfazioni di un bel voto. A scuola “regnava” la vigilatrice, o il dottore, che visitava sorridente e paterno, e prescriveva le vaccinazioni a cui dovevi essere sottoposto. Erano vaccinazioni necessarie e obbligatorie delle quali nessun genitore dubitava perché erano fondamentali per salvaguardarti da malattie che portavano alla morte come il vaiolo, o a renderti disabile per tutta la vita come la poliomelite.

Erano malattie gravi, sconfitte poi grazie alla scienza, a medici come Albert Sabin che nel 1947/1950 scoprì un vaccino per via orale in grado di combattere e debellare la terribile malattia invalidante della poliomelite. Il medico americano di origine polacca, non volle mai trarre benefici economici dalla scoperta e dichiarò che il vaccino apparteneva a tutti i bambini del mondo.

Infine la terribile malattia del Vaiolo che da centinaia di anni seminava dolore e morte in tutto il mondo. Il vaccino lo scoprì nel 1796 Edward Jenner, un giovane medico e ricercatore inglese, che lo sperimentò con successo su un bambino di 8 anni debellando definitivamente nel 1977 la malattia.

Oggi, 2021, in Italia abbiamo 2 milioni 250 mila contagiati con 88 mila morti. Cifre enormi per una pandemia che ha colpito il mondo intero.

Ma grazie alla comunità internazionale di scienziati che ha consentito la scoperta di più vaccini, avremo l’unica arma disponibile per poter sconfiggere il Covid-19 quanto prima, per ritornare, finalmente, a una vita cosiddetta normale, se non proprio a una vita felice.

Giuseppe Careri