Covid – 19 la variante inglese e l’allarme in Europa – di Giuseppe Careri

Covid – 19 la variante inglese e l’allarme in Europa – di Giuseppe Careri

Come un fulmine a ciel sereno. Atterra a Fiumicino un aereo proveniente dal Regno Unito. Al controllo all’arrivo all’aeroporto si scopre che una giovane donna italiana di 25 anni e il suo convivente sono positivi al coronavirus.

Per stabilire se è stata contagiata con la variante inglese, la donna viene ricoverata in isolamento all’Ospedale Spallanzani di Roma specializzato in malattie infettive. La notizia di Roma segue le restrizioni chieste dal Premier Inglese Boris Johnson di un duro lockdown a Londra e in tutto l’Est dell’Inghilterra per la mutazione del virus, poi esteso in tutta la Gran Bretagna. Dai primi studi sulla variante inglese si viene a sapere che ha una capacità di propagazione addirittura il 70% maggiore del “vecchio” coronavirus; si esclude, al momento, possa vanificare la vaccinazione di massa che inizierà il prossimo 27 settembre con il V-day.

La notizia della mutazione della variante inglese ha gettato nel caos la Gran Bretagna e gran parte dell’Europa che hanno subito chiuso le frontiere con il Regno Unito. A loro volta il Governo inglese ha provveduto alla chiusura con un lockdoun in tutto il Paese; stessa sorte per il Governo scozzese e quello dell’Irlanda del Nord. La paura del virus ha attraversato tutto il paese anche per il timore che finissero le scorte alimentari. Sono cominciate, così, file interminabili di cittadini ai supermercati per accaparrarsi per tempo generi di prima necessità. Paura giustificata anche dalla chiusura delle frontiere con la Francia, con immagini televisive che mostrano una  interminabile fila di Tir, oltre tremila, fermi alla frontiera da due giorni. C’è comunque, la volontà dei due paesi franco-inglesi di sbloccare una situazione che di ora in ora si fa sempre più difficile.

Infatti la paura aumenta di giorno in giorno anche per i dati dei contagi degli ultimi giorni. Ieri in Gran Bretagna ci sono stati 37 mila contagi e 691 decessi.

E’ talmente alta la preoccupazione che anche il corrispondente italiano da Londra, Stefano Tura, in un collegamento con il Tg1 delle ore 20, ha dichiarato che anche lui è costretto a lavorare in casa per paura di questa nuova variante inglese.

In Italia c’è altrettanta preoccupazione per questo super virus ultra veloce. Infatti la sua diffusione immediata comporterebbe un grave problema di aumento di contagi e quindi di ricoveri nelle strutture sanitarie e terapie intensive.

C’è poi il problema dei nostri connazionali e studenti Erasmus bloccati nel paese inglese. Molti ragazzi e cittadini italiani aspettano la decisione della Farnesina per poter finalmente rientrare in Italia. Dalle nostre autorità è stato già comunicato che i nostri connazionali potranno rientrare al più presto con l’impegno di fare il tampone alla partenza e all’arrivo in Italia e fare poi la quarantena.

I virologi consultati sugli effetti del supervirus affermano che quasi certamente non avrà ripercussioni sulla validità dei vaccini per arginare la sua diffusione. Ci sono studi sul genoma che usciranno nelle prossime settimane.

Nel frattempo in Italia si continua a monitorare i nuovi contagi che ieri sono stati quasi 14 mila, mentre i decessi sono sempre alti, 628; il tasso di positività è fortunatamente calato all’8,1%. In calo anche i ricoveri in terapia intensiva.

Rimane, quindi, la necessità per i cittadini di osservare il più possibile le restrizioni e le regole varate dal governo nell’ultimo decreto.

Anche se ci sono delle “finestre” per vedere i nostri cari e i nostri “nonnetti”, saremo comunque costretti a passare un Natale e un Capodanno pieno di limitazioni. Sarà dura soprattutto per ristoranti, bar e alberghi costretti a rimanere chiusi nei giorni che ormai tutti conosciamo, con un danno economico che forse non sarà possibile per il Governo risarcire in maniera adeguata.

La speranza del vaccino, comunque, si sta rivelando la carta vincente di questa terribile pandemia che non accenna ad essere sconfitta.

Ci riusciremo se questa campagna di vaccinazione riguarderà la maggioranza della popolazione che forse, in questo ultimo periodo, sta realizzando la necessità di salvaguardare la propria vita e quella degli altri aderendo alla campagna di vaccinazione. E’ quello che sperano tutti, anche per ritornare finalmente a una vita libera e felice che magari non eravamo proprio convinti di vivere. Il 2021 sarà l’anno della rinascita se ognuno di noi continuerà a fare la propria parte.

Giuseppe Careri