Censis: Il sistema Italia è una ruota che non gira – di Giuseppe Careri

Censis: Il sistema Italia è una ruota che non gira – di Giuseppe Careri

Nel 54^ Rapporto sulla situazione socio-economico del nostro paese, il Censis individua nella paura e nella preoccupazione per il futuro l’orientamento sociale dei cittadini disposti a cedere una parte della propria libertà e dei diritti civili pur di superare l’ondata pandemica che attanaglia il nostro paese da quasi dodici mesi. Il rapporto entra poi nei particolari dello studio e scrive:

il 57,8 degli italiani è disposto a rinunciare alle libertà personali in nome della tutela della salute collettiva, lasciando al Governo le decisioni su quando e come uscire di casa, su cosa è autorizzato e cosa non lo è, sulle persone che si possono incontrare, sulle limitazioni alla mobilità personale.

La percentuale sale poi all’80% degli italiani favorevoli ad indossare la mascherina, in qualsiasi luogo del paese. Il dato favorevole alla mascherina aumenta poi all’86% per cento delle donne; poi, contrariamente a quanto si pensa, sono più favorevoli alle mascherine il centro Italia, 85,6% per cento, mentre diminuiscono al nord est al 71,6%. Inoltre, la maggioranza degli italiani chiede contravvenzioni severe per tutti i contravventori che non la indossano.

Malgrado percentuali così alte di rispetto delle regole, ci sono poi episodi drammatici che avvengono a volte sotto i nostri occhi inaspettatamente. E’ quanto avvenuto sabato scorso alla terrazza del Pincio di Roma dove centinaia di ragazzini senza mascherina, o tenuta giù dal viso, ha scatenato una maxi rissa tra piccole bande rivali accorse a un tam tam sui social. Tafferugli tra adolescenti dai 13 ai 17 anni, che ha visto anche la partecipazione violenta di persone adulte;

Dopo la rissa e l’arrivo dei carabinieri, i giovani teppisti si sono dispersi nei meandri della città. Certo, è necessario che il Ministero dell’Interno faccia un’indagine accurata per verificare le vere intenzioni di ragazzini probabilmente soggiogati da qualche organizzazione politica o, piuttosto, trattasi semplicemente di adolescenti senza una guida genitoriale e abbandonati a loro stessi, ai telefonini, ai social e al nulla  nel corso di giornate inutili.

Resta il fatto che la Prefettura, il Questore, persino la Sindaca di Roma, sono stati colti di sorpresa senza poter quindi disinnescare una maxi rissa prima che le centinaia di ragazzi si ritrovassero nell’arena dove è avvenuto lo scontro fisico.

Il Censis, nel suo accurato Rapporto sulle responsabilità della classe dirigente e di coloro che non rispettano le regole, sottolinea che “Il 76,9% della popolazione è convinta che chi ha sbagliato nell’emergenza, che siano politici, dirigenti della sanità o altri, deve pagare per gli errori commessi. Il 56,6% chiede addirittura il carcere per i contagiati che non rispettano rigorosamente le regole della quarantena.

Queste “disattenzioni governative e comunali” sui raduni non autorizzati che sfociano spesso nella violenza, dovrebbero far riflettere le istituzioni sui pericoli delle città inasprite e incattivite da una pandemia che mette in pericolo il futuro di tanti giovani soprattutto per quanto riguarda l’occupazione. A pagare il conto sono  soprattutto i giovani e le donne. Per loro già persi quasi 500 mila posti di lavoro. Si inserisce qui il concetto di garantiti e non, tra chi ha perso il lavoro o è in cassa integrazione e chi, viceversa, malgrado la pandemia e la crisi economica, è ancora garantito dal posto fisso. Tra i più vulnerabili ci sono i dipendenti a tempo determinato nelle piccole imprese private e le partite Iva. Il 53,7% di loro vive con l’insicurezza di perdere il proprio posto di lavoro. L’85% della popolazione è convinta che la crisi sanitaria è il motivo principale delle disuguaglianze. In testa ci sono i 3.2 milioni di dipendenti pubblici garantiti, seguiti dai 16 milioni di pensionati.

Il 90,2% degli italiani ritiene che l’emergenza sanitaria e il lockdown abbiano dato un colpo mortale all’economia del nostro paese, oltre ad aver causato 60 mila morti. Rabbia, malessere, sfiducia, ma anche un po’ di sole per la sanità pubblica viene dallo stanziamento di 3,2 miliardi, insufficienti, comunque a risanare la sanità, dopo i continui tagli subiti per oltre 30 anni. E’ una responsabilità antica, che chiama in causa gli amministratori di un tempo non sempre all’altezza di una situazione delicata e importante per il nostro paese. Non a caso il Rapporto Censis inizia mettendo in evidenza un sistema italiano farraginoso e pieno di ostacoli.

Scrive: “Il sistema Italia è una ruota quadrata che non gira: avanza a fatica, suddividendo ogni rotazione in quattro unità, con un disumano sforzo per ogni quarto di giro compiuto, tra pesanti tonfi e tentennamenti”.

Giuseppe Careri