Covid: prima la salute, poi lo shopping – di Giuseppe Careri

Covid: prima la salute, poi lo shopping – di Giuseppe Careri

E’ il grande dilemma che attraversa il mondo politico prima dell’inizio delle feste natalizie e poi quelle di capodanno, feste tradizionali che richiamano ogni anno milioni di persone nelle piazze di tutto il mondo. In questa pandemia finora inarrestabile, ci sono regioni che rimangono consapevolmente nella fascia loro assegnata decisa dai 21 parametri, ed altre che “smaniano” di passare ad una fascia più agevole per consentire ai cittadini di poter festeggiare le prossime festività con una maggiore libertà di movimento per gli acquisti.

Intanto occorre ricordare che le prossime decisioni verranno prese in base all’indice di contagio che oggi è sceso a 1,8 a livello nazionale, come ha certificato l’Istituto Superiore di Sanità. Il monitoraggio di oggi rileva, inoltre, valori medi di RT tra 1 e 1,25 nella maggior parte delle regioni e provincie autonome. Proprio perché ci sono ancora diverse regioni sopra la soglia massima di 1, il Comitato Tecnico Scientifico sottolinea la necessità che l’andamento della pandemia non porti a un rilassamento e a un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti dei cittadini. Dice il Ministro della Salute Roberto Speranza: “le misure messe in campo stanno dando i primi effetti. Sono effetti che noi ancora non riteniamo sufficienti. Penso che noi dovremo ancora resistere. Guai a scambiare questi primi segnali incoraggianti in uno scampato pericolo. Anche se la curva dei contagi ha un rallentamento, i positivi di ieri sono sempre molti, per l’esattezza 34.767 casi, mentre i decessi non accennano a diminuire; nella giornata di ieri sono stati infatti 692 per un totale di 49.261 morti dall’inizio della pandemia.  I ricoverati in terapia intensiva sono 10.   

Se la curva epidemiologica continuerà a calare nei prossimi giorni è possibile che nel nuovo Dpcm, che dovrebbe partire dal 3 dicembre, si possa prevedere cambiamenti di colore per consentire una ripresa dei consumi da parte dei cittadini.

Si potrà così  allungare l’apertura di Bar, Ristoranti e negozi onde evitare possibili assembramenti; tenere aperti i centri commerciali il sabato e la domenica e prolungare il coprifuoco fino alla mezzanotte. Non è escluso che si possa andare anche da un comune all’altro. A partire dal 17 dicembre si dovrà poi valutare di nuovo la curva epidemiologica per stabilire nuove chiusure oppure no.

C’è, poi, il capitolo del vaccino; nelle ultime settimane il Commissario Arcuri ha assicurato che a fine gennaio 2021 l’Italia potrà disporre di 3 milioni e 400 mila dosi di vaccino che potrà essere distribuito a 1 milione e 700 persone perché necessita di due vaccinazioni. All’inizio, ha specificato sempre Arcuri, il vaccino andrà al personale sanitario, alla protezione civile, agli anziani; poi a tutti gli altri. Il microbiologo dell’Università di Padova Andrea Crisanti ha espresso, però, delle riserve sulla validità del vaccino “in assenza di dati consolidati sugli effetti collaterali del vaccino anti_Covid; lui a gennaio non se lo inietterà”. La dichiarazione del Professor Crisanti ha fatto scattare la reazione del Comitato Tecnico Scientifico del Ministero della Salute che in blocco hanno criticato l’uscita del Microbiologo che crea  sconcerto anche tra i cittadini. Il Professor Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità ha personalmente definito quelle di Crisanti “Dichiarazioni sconcertanti”. Per il momento dobbiamo occuparci del contagio e della curva epidemica, anziché di polemiche. Solo allora penseremo al vaccino che dovrebbe liberarci finalmente dalla pandemia.

Giuseppe Careri