Covid-19 il virus non fa sconti a Natale – di Giuseppe Careri

Covid-19 il virus non fa sconti a Natale – di Giuseppe Careri

Manca poco più di un mese alla notte di Natale. I positivi al virus non accennano a diminuire anche se la curva epidemica è stabile. Il Governo sottolinea la necessità di riportare l’indice di contagio RT sotto il fatidico 1.

Le Regioni, anche per dare un po’ di respiro ai cittadini e all’economia, cominciano a valutare la possibilità di passare a una classe meno rigida della rossa, e “scivolare” verso la zona arancione come chiede già il Presidente della Regione Lombardia Fontana. Anche altri Governatori, con l’eccezione di Emiliano in Puglia, cominciano a chiedere una minore severità nei lockdown per “avere un Natale il più normale possibile” dice il Presidente della Liguria Toti.

Il Governo, d’intesa con le Regioni, sta cercando di dettare delle linee guida che consentano delle riaperture mirate di negozi e ristoranti, di ritardare la chiusura di una o due ore, con la raccomandazione di evitare “cenoni” con un numero superiore alle sei persone, e poi evitare assembramenti il più possibile. Dice Conte: “natale senza veglioni, baci e abbracci”.

Il coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico  Angelo Miozzo è sulla stessa linea e sottolinea: “Un Natale tradizionale ce lo dobbiamo scordare. E non sarà un liberi tutti”.

Affermazioni responsabili che tengono conto dei contagi: oggi 36.176; i decessi sono 653 per un totale di 47.870 persone. Il rapporto tamponi contagi è 14.6.

Il 12 luglio del 2020 Ultima Edizione, in piena estate, ha pubblicato un nostro articolo che vi riproponiamo oggi, solo per evitare i nuovo i tragici errori estivi che stiamo ancora pagando con un numero di contagi che ha superato 1 milione 300 mila positivi e quasi 48 mila morti. Ecco l’articolo pubblicato il 12 luglio 2020:

STATO D’EMERGENZA COVID-19 FINO A DICEMBRE

L’aumento dei contagi in Italia e nel resto del mondo, costringono il Governo a procrastinare per altri sei mesi lo stato di emergenza che scade il prossimo 14 luglio fino al 31 dicembre 2020. L’apertura del Governo al ripristino di quasi tutte le attività economiche, ma anche di divertimento e di viaggi, è probabilmente la causa dell’aumento dei contagi nel nostro paese, causato, però, anche dai ritorni da paesi “contaminati e dai “piccoli focolai” scoppiati in diverse località regionali. I continui assembramenti nei week end, l’irresponsabilità di molti cittadini di non indossare la mascherina, o curare l’igiene delle mani, sono ormai una costante in diverse località italiane, quasi a significare che il virus è ormai un problema del passato. A questo senso di irresponsabilità collettiva hanno contribuito anche dichiarazioni contrastanti di medici, virologi e personalità culturali che hanno “minimizzato” il virus come un piccolo animale morente privo quindi della pericolosità iniziale.

Anche le dichiarazioni del fondatore del Censis, Giuseppe De Rita, rilasciate al venerdì di Repubblica creano sconcerto tra i cittadini. Dice: “non ho mai messo una mascherina; nel Bergamasco, o nel bresciano, la paura  è più che giustificata; Ma qui a Roma? Ho parlato con amici lucani, umbri,  campani, che vivono in territori appena lambiti dal Covid, eppure li ho visti tutti divorati dalla medesima paura”. Occorre pertanto ricordare a ognuno di noi che in Italia a causa della pandemia sono morte già 35 mila persone, con 243 mila contagiati; negli ultimi due giorni ci sono stati 276 contagi e, ieri, 188. Poi basta guardare la tragedia che ha colpito gran parte del mondo, dagli Stati Uniti che hanno migliaia di contagi ogni giorno, e il Brasile, l’India, il Perù, la Francia, la Spagna, la Germania.

La paura di una crisi economica senza precedenti ha costretto in definitiva il Governo a riaprire negozi, bar, ristoranti, discoteche, persino il gioco del calcetto. Bene naturalmente ha fatto. Ma, contestualmente, dovrebbe esercitare un controllo più stretto soprattutto nelle zone dove la movida coinvolge migliaia di ragazzi e non che causano purtroppo migliaia di nuovi positivi.

In questi giorni si respira di nuovo un aria di paura per un ritorno massiccio del coronavirus. Per precauzione, e per avere la possibilità di intervenire immediatamente, il Governo ha deciso di prolungare di sei mesi lo stato di emergenza. A mio parere è una buona iniziativa, un modo prudente di non farci trovare impreparati al peggio. Certo, i controlli devono essere più massicci per sperare di non aumentare ulteriormente il numero dei morti e quello dei contagi. Ci sarà battaglia in Parlamento, con le opposizioni di destra che faranno le barricate per non far passare lo stato di emergenza.

Un’opposizione irresponsabile per impedire al Governo di predisporre tutte le iniziative per evitare di farci cadere di nuovo nel baratro della pandemia.

Giuseppe Careri