Mattarella: il virus tende a dividerci. Invito ai cittadini a rispettare le regole – di Giuseppe Careri

Mattarella: il virus tende a dividerci. Invito ai cittadini a rispettare le regole – di Giuseppe Careri

“Questo virus è ancora in parte sconosciuto, ma, tra gli altri aspetti, ci rendiamo conto che tende a dividerci.

E’ l’appello rivolto ai Sindaci e ai cittadini del Presidente Mattarella nel corso dell’Assemblea dell’Anci. Il Presidente ha colto i rischi provocati dal virus in questa situazione sanitaria drammatica che in qualche modo costringe ormai le autorità politiche e quelle sanitarie a prendere delle iniziative per evitare che possono essere, appunto, “divisive”; tutto ciò, infatti, può accadere in caso di saturazione di una sala intensiva, della necessità di scegliere tra un giovane e un anziano, fra dipendenti pubblici e quelli privati, “tra categorie sociali più o meno colpite dalle conseguenze economiche” Tra un negozio costretto a chiudere e uno che resta aperto. Tra chi è garantito con la pensione, o con il lavoro statale, e quello autonomo. Scelte spesso drammatiche causate dalla pandemia che ha colpito non solo sul piano sanitario ma anche su quello economico. La stessa scelta di dividere l’Italia in tre fasce diverse, giallo, arancione, rosso, determina spesso la rabbia e la delusione di molte regioni di aver subito un torto rispetto alla regione più fortunata.

C’è poi il dramma di essere licenziati in un momento così difficile per tutti, o essere collocato in cassa integrazione. Purtroppo non sempre i famosi “ristori”, meglio chiamarli indennizzi, compensano la perdita del lavoro o, peggio, la chiusura definitiva  di un’attività commerciale, di un negozio, un bar, un ristorante. Problemi indubbiamente seri e non facilmente risolvibili malgrado l’impegno di tutti a cercare una soluzione per risolverlo.

Questa situazione drammatica rischia poi di intaccare anche la libertà, con manifestazioni e contrapposizioni pericolose; dice il Presidente della Repubblica: “la libertà rischia di indebolirsi quando si abbassa il grado di coesione, di unità tra le parti. E’ questa la prima responsabilità delle istituzioni democratiche, a tutti i livelli, e questa è la lezione che la pandemia ribadisce con durezza”.

 Occorre quindi più coesione, senso di responsabilità, spirito di iniziative degli imprenditori per superare questa difficile pandemia e, subito dopo, la terribile situazione economica che rischia di precipitare. Non ultima l’estrema difficoltà del commercio che nel mese di ottobre di quest’anno ha subito una perdita dell’8,1% rispetto allo stesso mese del 2019.

Il rallentamento del commercio ha riguardato in maniera significativa il turismo, i servizi ricreativi, bar, ristoranti e alberghi.

Il danno della pandemia riguarda pure l’aumento della disuguaglianza sempre più accentuata tra i ricchi sempre più ricchi, e i poveri sempre più poveri.

In questa situazione pandemica si inserisce il richiamo del Presidente della Repubblica rivolto ai nostri concittadini “affinché ci si renda conto, tutti, della gravità del pericolo del contagio; che sta investendo l’intera umanità, ovunque, mettendo in difficoltà e bloccando la normalità della vita in gran parte dei paesi di tutti i Continenti”.

La buona volontà dei cittadini può servire sicuramente al contenimento dei contagi usando le “armi” delle mascherine, dell’igiene e degli assembramenti; ma occorre, forse, che Il Governo faccia pure un appello alla solidarietà a tutte quelle aziende che non sono state toccate dalla crisi, anzi molte ne hanno addirittura guadagnato. Si rivolga, poi, a tutti quei lavoratori garantiti in un posto statale, ai pensionati al di sopra di un certo reddito, alle banche, ai proprietari dei social, a Google, Amazon, Facebook per un contributo di solidarietà da destinare a tutti coloro che hanno perso il lavoro, chiuso un negozio, abbassata una saracinesca.

E’ uno dei modi per evitare una contrapposizione pericolosa tra garantiti e non; di arginare eventuali “sommosse” popolari guidate da chi grida tanto peggio tanto meglio. In questa seconda ondata della pandemia, i cittadini sono spesso confusi, forse più esatto dire presi dalla paura del virus, ma anche della propria situazione economica mai messa a rischio come adesso. In passato, subito dopo la guerra, gli italiani hanno reagito alle ferite e alla crisi economica con coraggio e altruismo.

Ecco questo il momento che richiede lo sforzo di tutti perché infine possiamo dire “Ce la faremo”.

Giuseppe Careri