Pandemia, tra sbarchi, contagi, morti – di Giuseppe Careri

Pandemia, tra sbarchi, contagi, morti – di Giuseppe Careri

“Il momento peggiore sono i salvataggi notturni: quando le barche, i gommoni si sfasciano o finiscono in avaria, e loro che non sanno nuotare, annaspano, urlano, bevono, affogano. E’ la morte ogni giorno e ogni notte quella che inseguiamo, che troviamo sulle barche”:

E’ la drammatica confessione rilasciata all’inviato di Repubblica da un colonnello tunisino della guardia costiera tunisina gestita direttamente dalla guardia nazionale.

E’ la nuova ondata di sbarchi in partenza dalle spiagge tunisine in direzione delle coste italiane, in particolare verso Lampedusa. E’ il risultato di una grave crisi economica che ha colpito la Tunisia in questi ultimi anni dopo la rivoluzione. Decine di centinaia di laureati impossibilitati di avere un posto di lavoro perché lo Stato non ha i soldi per pagare i loro stipendi.

L’allarme è scattato immediatamente in Italia e la Ministra dell’Interno Luciana Lamorgese ha contattato i vertici del Governo tunisino per bloccare le partenze di tanti disperati in cerca di fortuna sulla nostra terra. Lamorgese ha sottolineato, peraltro, che i migranti saranno immediatamente rimpatriati perché non è prevista nessuna regolarizzazione per i migranti colpiti dalla crisi economica. La stessa versione l’ha annunciata il capo politico dei 5 stelle Vito Crimi che ha ricordato gli accordi sottoscritti con la Tunisia per il rimpatrio dei migranti approdati sulle nostre spiagge. Il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio punta, invece, sul lavoro diplomatico con la Tunisia per fermare le partenze all’origine; ma aggiunge che occorre sequestrare e distruggere barchini e gommoni provenienti dalla Tunisia.

Agli sbarchi di questi giorni si aggiunge il problema della pandemia, di tutti coloro che risultano contagiati dal coronavirus; i migranti colpiti dal Covid–19 spesso fuggono dai centri di accoglienza creando panico anche tra la popolazione dell’isola. L’arrivo di una nave quarantena a Lampedusa, inviata dal governo giallorosso, dovrebbe contenere circa 600 migranti e alleviare così anche i centri di detenzione allestiti nei comuni siciliani. E soprattutto è una misura necessaria per tranquillizzare anche la popolazione locale sempre generosamente in prima linea nella gestione dei flussi migratori.

“In poco meno di due settimane ci sono stati 250 sbarchi e sono arrivati nell’isola oltre 5.500 migranti”, dice all’agenzia Adnkronos il Sindaco di Lampedusa Totò Martello.

Il Sindaco di Lampedusa si è più volte rivolto al Governo per la situazione di emergenza dovuta ai continui sbarchi da parte, soprattutto nelle ultime settimane, di cittadini tunisini. Il Governo per la verità sta mettendo in campo una serie di misure per impedire nei prossimi giorni altri sbarchi cercando di bloccare alla partenza i disperati che vogliono fuggire dalla miseria e dalla fame.

Contatti con il Governo francese; il Ministro dell’Interno dichiara tutta la disponibilità della Francia ad aiutare l’Italia nella gestione dei migranti e nella ridistribuzione.

La Ministra Luciana Lamorgese è più volte “volata” a Tunisi per convincere il Governo a trovare misure idonee per bloccare eventuali altre partenze e impedire così altri sbarchi in Italia.

“Sull’immigrazione bisogna costruire flussi legali contro gli illegali legati alla criminalità; stare poi in quei paesi da dove provengono gli emigranti, per investire in quella economia”, dichiara il Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti.

Naturalmente il Governo italiano sta lavorando sodo per risolvere un problema a dir poco molto difficile, se non impossibile; lo sta facendo anche per non consegnare alla opposizione della Lega di Salvini gli spazi strumentali per accusare il Governo di non fare abbastanza per bloccare un’ invasione sempre più incontrollabile se non si interviene a livello europeo.

In questa situazione drammatica che vede impegnati, anche per ragioni elettorali Governo e opposizione, forse si rischia di dimenticare la situazione di quanti si trovano in condizioni difficili in mezzo al Mediterraneo, soprattutto quando un barchino o un gommone sono in avaria e non vengono salvati gli occupanti. C’è una importante novità per quanto riguarda il soccorso in mare. Una nuova Onlus che punta a dotarsi di una imbarcazione per salvare uomini in mare in pericolo di vita. Intervenuto ai microfoni In Onda, Gherardo Colombo, ex giudice di Mani Pulite, promotore di questa iniziativa dice: “Andremo a salvare la gente in mezzo al mare; non possiamo lasciare che le persone affoghino, perché troppe richieste di aiuto restano ancora inascoltate”.

Ecco, il Governo lavora con qualche difficoltà al blocco delle partenze all’origine.  Le navi, dal canto loro, cercheranno di salvare in mare quelle vite umane ignorate spesso da tanti paesi europei.

Giuseppe Careri