Coronavirus: i politici tra “negazionismo” e dura realtà delle cose – di Giancarlo Infante

Coronavirus: i politici tra “negazionismo” e dura realtà delle cose – di Giancarlo Infante

A me, francamente, spiacerebbe non poco finire intubato a causa del Coronavirus. Anch’io ho vissuto il confinamento, sono stato separato dai miei cari e dai miei amici: chi sparso da una parte, chi dall’altra.

Su Politica Insieme abbiamo, soprattutto nella prima fase della pandemia, criticato anche duramente taluni interventi del Governo perché ci sembravano degli errori ( CLICCA QUI ). Successivamente, abbiamo anche pubblicato delle considerazioni critiche sui provvedimenti adottati, a seguito  dell’agire a colpi di decreti del Presidente del Consiglio ( CLICCA QUI ). Si è dimostrato che il Parlamento è in grado di operare nonostante l’imperversare del Coronavirus, soprattutto dopo l’aver constatato che non ha certamente la forza delle prime drammatiche settimane e dei primi due mesi criticissimi durante i quali, con tanta tristezza, abbiamo dovuto dare l’addio a tante vite umane che non è detto sarebbero state stroncate tanto in anticipo rispetto alle aspettative di vita.

Da qui, però, a lasciarsi andare al “negazionismo” è davvero troppo. Che la polemica e la contrapposizione politica debbano restare tali è persino auspicabile. Esse sono il sale della democrazia. Mettersi, però, a cavalcare il Coronavirus, o meglio, pensare di proclamarne la scomparsa per decreto, mi pare eccessivo e pericoloso. Fuorviante per tanta gente che potrebbe essere portata ad allentare un atteggiamento di precauzione e di elementare cautela.

Pure ieri, tutti i giornali internazionali hanno riportano le cifre dei contagiati rese note dall’Organizzazione Mondiale della Sanità: 16,4 milioni ( CLICCA QUI ). I morti sono 655.000. Al vertice di quella che dobbiamo chiamare la classifica dei paesi più colpiti troviamo i  155 mila degli Usa e gli 88.000 del Brasile. In Europa, il più alto numero di decessi è quello del Regno Unito con 45.759. Sono i tre paesi guidati da leader che si sono guadagnati la palma del “negazionismo”. Adesso, ovviamente, sono in caduta libera nei sondaggi. Ma questa è una cosa secondaria rispetto al fatto che, soprattutto Stati Uniti e Brasile, sembrano ancora nel pieno del picco più alto della pandemia e dei conseguenti decessi per l’aver perso mesi preziosi.

E’ notizia delle ultime ore che la Spagna sta fronteggiando una ripresa della virulenza del contagio. Al punto che apertamente si parla dell’arrivo di una seconda ondata e si torna a prevedere l’obbligatorietà dell’uso della mascherina ( CLICCA QUI ). La Spagna, adesso, rischia di trovarsi isolata dagli altri paesi europei costretti a mettere in quarantena tutti quelli che vengono dai Pirenei a Cadiz, come ha deciso recentemente il governo di Boris Johnson che non nega più niente (CLICCA QUI ). Le autorità della Germania stanno riconoscendo che forse i tedeschi sono stati un po’ negligenti nel corso delle ultime settimane, dopo che sono di molte state allentate le più stringenti regole che hanno limitato, almeno, il numero dei morti ( CLICCA QUI ). L’intera Europa non può stare tranquilla, dunque.

Domenico Galbiati apre una parentesi su ciò che la pandemia rappresenta dei bambini ( CLICCA QUI )e fa riferimento alle cifre che li riguardano denunciati dall’Onu ( CLICCA QUI ). Un problema nel problema.

Ora, è vero che la conseguenza della pandemia si è estesa alla realtà economica e chiari sono i danni portati, in particolare, a quell’industria di massa moderna che è il turismo. Al punto che si è calcolato un danno complessivo al turismo mondiale di oltre 320 miliardi di dollari Usa ( CLICCA QUI ). Una cifra importante, ma che potrebbe persino apparire asettica scritta così. In realtà significa milioni di persone e di famiglie coinvolte: operatori turistici, albergatori, ristoratori, camerieri, piloti d’aereo, taxisti, quelli che affittano auto, moto e bici ai turisti, gestori di bagni pubblici, bagnini, venditori di bibite e panini, persino i “ vu cumprà” che riempiono le spiagge di tutto il mondo ecc ecc. Devono mettere in conto di un’intera stagione persa; se non anche della prossima, a seconda di come il virus si potrebbe ripresentare e chiedere nuove vittime. Come campano e come camperanno?

Allora, molti politici, invece che abbandonarsi al “negazionismo”, magari per mirare ad altro, un altro fatto soprattutto di partecipazione alla gestione dell’ingente quantità di risorse finanziarie messe in moto in tutti i paesi del mondo, dovrebbero lasciare il Covid -19 fuori dalla polemica politica spicciola e dare l’esempio: a partire dall’osservare loro per primi le più elementari norme di sicurezza basilari.

A che serve ignorare una dura realtà e prendere le indicazioni degli scienziati e dei medici secondo quanto sembra essere solo una limitata convenienza propagandista che, speriamo non sia mai smentita dai fatti nel prossimo nostro immediato futuro.

Difficile non concordare con don Aldo Bonaiuto quando invita a preoccuparsi soprattutto di migliorare le condizioni infrastrutturali e di tenuta del sistema ( CLICCA QUI ) più che ad abbandonarsi a polemiche inutili. Queste serviranno al “circo” della politica italiana. Molto meno a chi vede quanto il Coronavirus abbia ulteriormente aggravate le condizioni del Paese, già prostrato anche per i ritardi e le deficienze che continuamente vengono dimostrate dalla nostra classe dirigente.

Giancarlo Infante