Covid 19. Finalmente liberi, ma la paura fa 90 – di Giuseppe Careri

Covid 19. Finalmente liberi, ma la paura fa 90 – di Giuseppe Careri

Finalmente liberi! Liberi e felici di riabbracciare un familiare segregato in casa da oltre due mesi. Non è certamente “liberi tutti”, ma la possibilità, finalmente, di riprendere il proprio lavolo, rivedere un proprio caro, un figlio, un nipote, un nonno, riabbracciarlo pur con tutte le cautele possibili.

Cautela che si è manifestata in maniera molto evidente a cominciare dall’utilizzo dei mezzi pubblici; in questo primo giorno di semi-libertà, i cittadini hanno viaggiato su treni, metro e autobus senza causare nessun assembramento, grazie anche ai controlli degli addetti alla sicurezza, con indosso le mascherine obbligatorie nei luoghi chiusi e con il distanziamento necessario a evitare eventuali contagi.

La giornata si è svolta quindi regolarmente in tutte le località italiane. Sembrava il giorno della partenza per le vacanze, con i genitori e i loro bambini che si preparavano ad uscire dalla propria abitazione diventata sempre più opprimente. Con la bici, il pallone, il moto pattino per raggiungere un luogo all’aperto, respirare l’aria primaverile e correre, correre e ridere della ritrovata libertà.

Uscendo di prima mattina nel giorno della fase 2, si avvertiva subito, più che la presenza di tanti pedoni, quella roboante delle moto e delle automobili preferite nella maggioranza dei casi ai mezzi pubblici.

Il successo di questa prima uscita da casa è dovuto probabilmente alle continue raccomandazione degli scienziati e dei politici, ma anche, forse soprattutto, dalla paura di salire su un mezzo pubblico dove era più difficile il distanziamento.

Grazie alla paura, dunque, ma grazie soprattutto al buon senso dei cittadini, possiamo ora proseguire in questo modo per impedire che si possa ritornare ai primi tempi bui del coronavirus. Questo risultato è possibile perseguirlo anche per i dati positivi pubblicati nella giornata di oggi  dalla Protezione Civile.

 

I decessi, nelle ultime 24 ore, sono stati 195 per un totale di 29 mila vittime. Scendono sotto i 100 mila casi i malati coronavirus in Italia, esattamente 99.980, con un decremento di 199 persone. I guariti sono quasi 83 mila unità con un incremento di 1.255 persone. I contagiati totali, compresi decessi e guariti, hanno raggiunto il numero di 211.938. Infine il calo nelle terapie intensive è di 22 unità; il totale dei ricoverati è ormai di 1.479 unità.

Quest’ultimo dato è particolarmente importante perché consente finalmente di ricoverare negli ospedali anche gli altri malati con patologie diverse, come i malati di tumore, gli infartuati, e di quanti necessitano di essere ricoverati per una eventuale operazione chirurgica.

La giornata di oggi è stata particolarmente importante perché ha confermato la maturità di gran parte dei cittadini di fronte alle restrizioni e alle prime riaperture. Nelle dispute politiche si minimizza su queste aperture, ma in definitiva hanno messo in moto circa 4,5 milioni di persone che sono tornate al lavoro con tutte le incognite dei trasporti pubblici superati, almeno in questa prima ondata, in maniera eccellente dalla gran parte dei cittadini.

Unica eccezione di assembramento la circumvesuviana di Napoli dove ha visto un gran numero di viaggiatori accalcarsi all’interno dei vagoni senza nessun controllo da parte del personale. Domani, assicura la Direzione della Cumana, il treno sarà rafforzato con una seconda composizione e con il ritorno di alcuni cassa integrati per il controllo delle distanze e delle mascherine da indossare.

Se i contagi aumentano, dicono i dirigenti della Task Force Scientifica, chiudiamo di nuovo. Oggi i cittadini hanno dimostrato un grande senso di responsabilità collettiva; forse per il timore di un ritorno al passato, forse per la consapevolezza del rischio ancora troppo  alto. O forse, semplicemente, perché ognuno di noi ha ormai voglia di tornare ad una vita normale, fatta di piccole e grandi necessità  di cui abbiamo dovuto farne a meno in questi ultimi mesi.

Nei prossimi giorni speriamo di continuare in modo responsabile, ricordando a se stessi che il proprio comportamento scorretto danneggia anche il prossimo.

CE LA FAREMO

Giuseppe Careri