Europa: vediamo cosa c’è e cosa manca – di Leonardo Becchetti

Europa:  vediamo cosa c’è e cosa manca – di Leonardo Becchetti

Il dibattito tra opposte fazioni (i guelfi e i ghibellini odierni, gli europeisti e gli euroscettici) impazza. Gualtieri ha portato a casa il massimo che poteva, abbastanza o merita la gogna per essersi arreso alla Troika. Sento il solito odore di mancanza di pragmatismo e di polverone ideologico che a mio avviso è una delle concause del nostro declino.

I fatti dicono che l’Unione Europea dall’inizio della crisi ad oggi ha fatto molto, non tutto quello che poteva fare. E per quel tutto dobbiamo batterci strenuamente. Ma sempre con finalità costruttive.

Spieghiamo intanto agli italiani cosa l’Unione Europea ha messo sul tavolo per punti

  1. Il patto di stabilità è sospeso (ci mancherebbe), anzi per meglio dire si sta utilizzando una regola che esso stesso prevede di sospensione in presenza di eventi eccezionali non dipendenti dalla volontà degli stati (come il COVID). Potremmo poi disquisire sul fatto che il Patto è molto più light di quello che si creda anche quando è operativo e che ci ha lasciato molta via libera negli ultimi anni, ma questo è un altro discorso
  2. I paesi possono espandere il deficit quanto necessario. Arriverà probabilmente in media attorno all’11%. Ognuno può fare quello che gli pare in queste circostanze eccezionali. Un libera-tutti che però purtroppo non vuol dire scelte armonizzate
  3. La BCE ha istituito un programma di Quantitative Easing addizionale dedicato alla pandemia (PEPP) con il quale mette una forza da fuoco di 1100 miliardi per comprare titoli di stato dei paesi membri sul mercato secondario tenendo così bassi gli spread e il costo dell’indebitamento per noi a fronte di nuove emissioni (e abbassando progressivamente quello sullo stock del debito esistente che si rinnova all’incirca in 7 anni). Gli interventi della BCE sono per la prima volta anche verso i junk bonds e senza il limite di una proporzione di quota di titoli detenuta per ciascun paese non superiore al peso di quel paese sul PIL europeo. Nel mese di marzo la BCE ha stracomprato titoli italiani vendendo titoli tedeschi
  4. I requisiti di vigilanza bancaria sono stati allentati per evitare che la pandemia avvii una crisi di sofferenze delle banche
  5. La BCE ha messo a disposizione fino a 3100 miliardi di linee di credito fino a tre anni per le banche al tasso negativo di -.25%. Queste linee di credito consentono ai nostri istituti bancari di fare quei prestiti definiti dal decreto Cura Italia (fino a 25000 euro senza istruttoria con garanzia 100% dello stato) praticamente a tasso zero alle imprese che ne hanno bisogno
  6. E’ stato approvato il sistema di finanziamento alle casse integrazione nazionali (SURE) dove con 20 miliardi di fondi di garanzia messi dagli stati si attivano fino a 100 miliardi di raccolta sui mercati finanziari. Di fatto questi sono Eurobond perché l’emittente è comunitario e non sono gli stati nazionali, il tasso è quello della reputazione media dei paesi membri (non certo il nostro) e si può ottenere più della propria quota di garanzie
  7. L’UE ha sbloccato i fondi comunitari 2014-20 non ancora spesi dalle regioni per mancanza di progetti o di cofinanziamento Sblocco fondi UE alle regioni (senza condizioni e cofinanziamenti). Sono 11 miliardi di euro che erano incagliati e sono immediatamente disponibili. Speriamo le regioni li spendano bene
  8. La Bei che si finanzia sui mercati internazionali ha a disposizione un plafond di 200 miliardi di investimenti. Anche questi di fatto sono eurobond perché l’emittente è comunitario. Non sono gli stati nazionali
  9. Ed ecco il tema del dibattere italia. Il MES, il cavallo di Troia della Troika. In realtà, si è deciso che può concedere a noi fino a 34 miliardi senza condizionalità di prestiti a 5/10 anni per spese dirette e indirette di cura e prevenzione del Coronavirus. Il resto ha la condizionalità e infatti non lo chiederemo. Cosa sarebbe poi questo spettro della condizionalità ? L’attenzione a rendere il profilo del nostro debito sostenibile non aumentandolo costantemente nel tempo. Cosa forse che converrebbe anche a noi indipendentemente dall’Unione Europea
  10. In conclusione dalle tre voci dei 500 miliardi circa di MES BEI e SURE arrivano a noi 80-90 miliardi
  11. E’ stata avviata su iniziativa Italo-Francese la proposta per il Recovery Fund che vorrebbe attivare altri 500 miliardi di eurobond. Questa è al di là da venire perché dovrà essere negoziata tra gli stati

Cosa manca ?

  1. Il punto 11 sarebbe molto importante da realizzare per aumentare la forza di fuoco delle emissioni comunitarie.
  2. Una Banca Centrale può anche superare il divorzio con il Tesoro e comprare i titoli sul mercato primario. Di fatto lo sta facendo la Bank of England per tenere bassi i tassi sui mercati (quello che la BCE fa con il QE però) con l’obbligo per il Tesoro di coprire la posizione entro un anno. Non mi pare il Paradiso.
  3. Nel pezzo su Avvenire di circa tre settimane fa dicevo che in situazioni eccezionali come queste ci vorrebbe anche un helicopter drop of money, ovvero la Banca Centrale potrebbe mandare direttamente soldi sui conti dei cittadini senza far creare debito ai governi. Notiamo che dove questo si sta facendo (Stati Uniti e Hong Kong) le somme trasferite sono molto contenute (attorno a 1200 euro a testa). Non credo questo risolva i problemi del nostro paese. Anche con l’uso dell’helicopter drop of money non si può esagerare. Questa crisi è una crisi di offerta oltre che di domanda. E con le crisi di offerta iniezioni monetarie possono incidere significativamente sui prezzi. I dati preliminari di Marzo suggeriscono che la situazione è ancora tranquilla ma i prezzi sui beni alimentari hanno sfiorato aumenti del 2 percento. Ancora tutto bene e quindi un po’ di helicopter drop of money ci farebbe bene.

Leonardo Becchetti