Vittime e carnefici e il diritto della ragionevole durata del processo – di Giuseppe Careri

Vittime e carnefici e il diritto della ragionevole durata del processo – di Giuseppe Careri

Dal primo Gennaio 2020 è entrata in vigore la legge sulla prescrizione presentata da Alfonso Bonafede, Ministro della Giustizia del Movimento 5 Stelle. La norma spazza corrotti prevede lo stop della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.

Il Partito Democratico, a sua volta, ha presentato, poco prima di Natale 2019, un decreto legge alternativo che limita la prescrizione dopo il primo grado di giudizio a tre anni e mezzo. Recentemente c’è stato un incontro tra le delegazioni dei 5 stelle, Pd e Leu per trovare un compromesso tra le due norme ma senza nessun risultato.

Nel frattempo sono entrati in campo anche i rappresentanti di più Europa di Emma Bonino e del partito di Azione di Carlo Calenda che nei giorni scorsi hanno espresso il loro dissenso alla legge dei 5 Stelle con una manifestazione svoltasi davanti Montecitorio.

Le posizioni all’interno della maggioranza sono al momento ancora distanti in attesa di riprendere il confronto dopo le elezioni regionali che si svolgeranno in Emilia Romagna e Calabria. Anche Renzi, di Italia Viva, ha preso posizione contro lo stop della prescrizione di un anno prevista da Bonafede dopo la sentenza di primo grado.

Autorevoli commentatori e politici di ambo gli schieramenti hanno manifestato dissenso o approvazione a seconda la loro collocazione politica. Di Maio, ad esempio, dà per scontato che la legge Bonafede vada in porto così come è stata approvata nel Consiglio dei Ministri. In un messaggio pubblicato su Facebook, il Ministro degli esteri grillino dichiara: “Finalmente entra in vigore la legge che toglie la prescrizione. Abbiamo sempre detto che i furbetti non dovevano perdere tempo per farla franca ed ora una legge stabilisce un po’ di fiducia tra cittadini e istituzioni”.

Giuliano Pisapia, Europarlamentare eletto come indipendente nelle file del PD, leader della sinistra e avvocato, in una intervista rilasciata a Repubblica a sua volta denuncia: “Condivido la preoccupazione per i tempi lunghi dei processi.

Ma la riforma Bonafede, che blocca il decorso della prescrizione dopo la sentenza di primo grado, è un percorso sbagliato e inefficace, un calvario. In contrasto con la Costituzione”.

Il tema della prescrizione è legato strettamente alla durata dei processi e alla garanzia per la difesa e l’accusa di arrivare a una pronuncia di condanna o assoluzione che soddisfi tutte le parti interessate al processo.

Il Magistrato Raffaele Cantone è stato Presidente dell’Anac, l’Autorità Nazionale Anticorruzione dal 2014 al 2019. Attualmente è Magistrato della Suprema Corte di Cassazione. In un intervento pubblicato sul Messaggero esprime il suo punto di vista sulla prescrizione e sui toni ancora troppo forti utilizzati dai vari politici di Governo e di opposizione. Scrive Cantone: “I critici della legge evidenziano il rischio che in assenza di termini di prescrizione dopo la sentenza di primo grado, il processo possa essere celebrato in tempi ancora più lunghi che in passato. I favorevoli, invece, che la mancata prospettiva di ottenere la prescrizione evita manovre dilatorie e ha, al contrario, effetti benefici per la durata dei processi. La prescrizione è un istituto di garanzia, non si può rinunciarvi”.

Per la verità prima di arrivare a conclusioni affrettate, vista la delicatezza della prescrizione, occorre ricordare che i Giudici e i Magistrati dovranno decidere sulla vita futura delle persone coinvolte nei processi, con tutti i risvolti umani e psicologici presenti. Ed è utile rammentare anche la cronica insufficienza di personale, come cancellieri e segreterie, che costringono i giudici a dei veri tour de force per raggiungere un risultato finale che soddisfi in definitiva l’esigenza di giustizia per tutti coloro coinvolti nei processi.

Del resto la legge del Ministro di Giustizia Bonafede, scattata dal primo gennaio, nasce dall’esigenza di evitare prescrizioni a favore di politici, imprenditori, faccendieri come accaduto negli anni passati. Basta ricordare le prescrizioni più eclatanti, come riporta il libro “La Repubblica degli impuniti” a firma di Pietro Gomez Direttore del Fatto Quotidiano.it, per il finanziamento illecito, il falso in bilancio, la corruzione, il caso eternit. E poi gli uomini che ne hanno beneficiato, da Berlusconi, a Carlo De Benedetti, a Pesenti, a Caltagirone, a Mezzaroma, a Calderoli, perfino a Beppe Grillo per aver tolto i sigilli in una manifestazione No Tav.

Per il momento la discussione sulla prescrizione è rimandata a data da destinarsi e avrà un epilogo legato probabilmente ai risultati regionali di Emilia Romagna e Calabria.

Certo, questa è una grande occasione per completare la riforma dei 5 Stelle attraverso un accordo con i partiti di governo diretto principalmente verso una giustizia più breve che salvaguardi i diritti di tutti i personaggi coinvolti.

Prescrizione permettendo.

Giuseppe Careri