Lo strano silenzio sull’inaugurazione del primo tratto del Tav – di Giuseppe Careri

Lo strano silenzio sull’inaugurazione del primo tratto del Tav – di Giuseppe Careri

Nei giorni scorsi si è svolta la cerimonia per l’abbattimento del diaframma del primo tronco dell’infrastruttura Torino-Lione. Il primo tratto ultimato della galleria è di circa 9 chilometri dei 57 a lavori finiti.

Alla cerimonia erano presenti, oltre agli operai, il Ministro dei Trasporti francese Jean Baptiste Djebbari e i sindaci dei Comuni francesi. Al momento della caduta del diaframma gli operai hanno sventolato le bandiere dell’Europa, della Francia e dell’Italia.

Alla cerimonia non ha però partecipato la Ministra dei Trasporti italiana De Micheli, assente, secondo fonti del governo Conte Bis, perché impegnata in altri compiti istituzionali e organizzativi.

Per la verità l’assenza dell’esecutivo italiano alla cerimonia del primo tratto ultimato della galleria è dovuto principalmente alla preoccupazione del Governo di non rinfocolare polemiche tra i no Tav che hanno per anni manifestato contro il progetto con scontri e proteste per impedire la realizzazione dell’opera.

L’Italia si è quindi dovuta accontentare delle parole di apprezzamento pronunciate dal Ministro francese presente alla cerimonia nei riguardi dell’Italia e della Ministra dei trasporti De Micheli.

Negli anni scorsi il precedente Governo giallo-verde aveva nominato un comitato di 5 saggi per stabilire se l’opera dovesse continuare o fermarsi. Il responso del Comitato Scientifico, dopo mesi di approfondimenti, boccia in realtà la proposta di far proseguire il progetto della galleria con 4 voti contrari e uno a favore.

Ma a luglio del 2019 c’è un colpo di scena: per evitare la crisi di Governo minacciata dalla Lega, il Presidente del Consiglio Conte parlando della TV afferma in una pagina Facebook: “non realizzarla costerebbe molto più che completarla”.

E aggiunge: “Per bloccare l’opera non potremmo confidare in un mutuo dissenso da parte della Francia e dell’Europa. L’Ue sarebbe disponibile ad aumentare lo stanziamento dal 40% al 55%, questo ridurrebbe i costi per l’Italia”.

Il tentativo di Conte di bloccare la crisi di Governo minacciata dalla lega di Salvini in realtà ha vita breve. Infatti, un mese dopo la Lega decide di far cadere il Governo Conte che porterà poi all’accordo giallo-rosso PD-5S.

Considerando gli anni di lotta, di scontri anche fisici con le forze dell’ordine, di manifestazioni in piazza a favore e contro la Tav, di polemiche infinite tra Lega e 5 Stelle, con titoli su tutti i giornali nazionali e servizi televisivi, stupisce oggi l’atteggiamento “diplomatico” dell’attuale esecutivo di “nascondere” il proseguimento dell’opera ai cittadini.

In definitiva è stato necessario un voto favorevole del Parlamento per dare il via al progetto della galleria che unisce Torino, Lione e poi altri paesi europei.

La fresa Federica continuerà intanto la sua opera di demolizione della galleria, alta, pensate, come un palazzo di 8 piani. Sarà un’opera utile per lo scambio di merci e di avvicinamento con altri paesi europei.

E’ alquanto singolare che un’opera così importante e vitale per la Francia e l’Italia, ma soprattutto per gli scambi commerciali, debba proseguire nel silenzio del Governo, ma anche dei giornali e delle televisioni pubbliche e private.

S’innesta altrimenti il principio che a seconda chi governa il Paese diamo risalto alle notizie oppure il silenzio di tomba.

Lo spoil System già accade per l’occupazione dei manager degli Enti pubblici ed Enti Scientifici, almeno per le opere infrastrutturali valutiamole per il loro impatto con i cittadini e non per le esigenze di propaganda di un governo al potere per guadagnare qualche voto, qualunque sia il suo colore politico.

Giuseppe Careri