Difendere la libertà centimetro dopo centimetro

Difendere la libertà centimetro dopo centimetro

Un ” videomaker” di Repubblica si accorge che in una spiaggia di Milano Marittima un scooter acqua della polizia porta sul sellino il figlio del Ministro dell’interno Salvini. Con la sua telecamera decide di documentare la scena della “passeggiata” lungo costa dello scooter.

Alcuni poliziotti tentano di impedirgli di riprendere la scena mettendosi davanti alla telecamera. Il giovane reporter, 28 anni, chiede il motivo del divieto. Ne nasce una discussione con richiesta di documenti del giornalista che mostra il suo tesserino professionale. Il poliziotto si lascia sfuggire la frase; “ecco adesso sappiamo dove abiti”.

L’episodio è riportato poi nel giornale di Repubblica con il resoconto di quanto accaduto in spiaggia. Sempre a Milano Marittima Salvini tiene una conferenza stampa per promuovere una iniziativa della lega del giorno dopo. Alla conferenza stampa è presente anche il giovane reporter Valerio Lo Muzio. Chiede al Ministro di sapere chi sono i poliziotti che hanno tentato di impedirgli di fare il suo lavoro di giornalista in una spiaggia pubblica. Il Ministro non risponde a domande sui bambini e invita Lo Muzio ad andare a “riprendere i bambini, visto che Le piace tanto”. Applausi dei presenti dopo la pesante allusione di pedofilia di Salvini rivolta al giornalista. Tutto il resoconto viene poi pubblicato da Repubblica con domande e risposte del giornalista e del Ministro.

Il direttore di Repubblica in un editoriale del giorno dopo critica l’utilizzo di apparati istituzionali per far “giocare” un incolpevole ragazzo di 16 anni. Per la verità non è la prima volta che il Ministro dell’Interno si sottrae alle domande dei giornalisti ed anche a quelle del Parlamento visto il rifiuto di presentarsi al Senato per chiarire “affare del petrolio moscovita”. Non solo. In un recente passato si è sottratto, anche con il voto dei 5 stelle, al giudizio dei magistrati sulla nave Diciotti per la mancata autorizzazione del tribunale dei Ministri.

L’episodio dello scooter acqua può, quindi, apparire insignificante, ma la sua reazione alle domande svela un’insofferenza verso chiunque “osa” fargli domande imbarazzanti e non in linea con la sua politica. E’ un fastidio verso la stampa in genere, in particolare di Repubblica che dice: “ Repubblica è un giornale che mi diverte un sacco. Se voglio ridere leggo il vostro giornale”.

Su questa vicenda apparentemente banale, si pensi all’affaire di Mosca, si nasconde in realtà la voglia di ridurre ai minimi termini la stampa, come hanno ripetutamente tentato i 5 stelle nei mesi precedenti.

La vicenda dello scooter acqua non riguarda infatti solo il Ministro, ma tutti gli italiani che pagano le tasse; e gli italiani non le pagano per far divertire il figlio del Ministro, ma per essere protetti dalla Polizia di Stato come prescrive la legge, oltre che per ragioni di etica.

In un paese come l’Italia dove la corruzione è in ogni angolo e l’evasione fiscale endemica, non possiamo abbassare la guardia anche sulla libertà di stampa, sulla difesa dei giornalisti, sul diritto dei cittadini di essere informati; occorre combattere la disintermediazione per impedire ai politici di fare propaganda sui social senza contradditorio e senza il controllo del “cane da guardia” della stampa.

Alla fine del suo editoriale su Repubblica, il direttore Carlo Verdelli conclude;

“Su quella spiaggia da vacanza italiana abbiamo perso un altro centimetro della nostra dignità e anche della nostra libertà. E per nostra non si intende di Repubblica. Per nostra si intende di tutti, anche di quelli che hanno votato e voteranno Matteo Salvini”.

Forse una rilettura, o prima lettura, dell’articolo 21 della Costituzione, potrebbe in seguito aiutare il Ministro a dare risposte pertinenti alle domande spesso non gradite dei giornalisti anziché minimizzare o, addirittura, non rispondere affatto. In fondo è pagato profumatamente con i soldi di tutti i cittadini.

Giuseppe Careri