50 anni fa: sulla Luna

50 anni fa: sulla Luna

Sulla Luna!50 anni fa, il 20 luglio del 1969: per la prima volta nella storia dell’umanità, un uomo mette piede sul suolo lunare; 40 milioni di telespettatori di giorno e 30 milioni di notte, assistono alla storica diretta della Rai condotta dallo studio 3 di Via Teulada da Tito Stagno e Ruggero Orlando sulla  straordinaria impresa degli astronauti americani.

Piccolo passo per l’uomo, grande passo per l’umanità” sono le parole pronunciate da Neil Armstrong appena messo il piede sulla Luna. Celebre la frase pronunciata in diretta televisiva dell’allunaggio della navicella spaziale negli ultimi secondi, quando il conduttore esclama: ha toccato! Ha toccato il suolo lunare. Signori sono le 22.17 in Italia e, per la prima volta, un veicolo pilotato dall’uomo ha toccato un altro corpo celeste”. Chiedo a Tito Stagno, oggi ottantotto anni portati bene: sarebbe possibile ripetere nuovamente un avvenimento del genere che ha visto l’impiego di 250 persone per 28 ore consecutive?

“Quello è stato veramente un esempio di servizio pubblico radiotelevisivo. In Europa non c’è stato nessun ente televisivo che abbia fatto quello che ha prodotto la Rai. Direi che nemmeno le migliori stazioni americane hanno messo in essere uno studio di quel tipo: collegamenti con tutti i corrispondenti, con il vaticano, con la presidenza della repubblica, con Pechino. E poi queste dirette televisive e radiofoniche seguite fino alla fine, con il 96 per cento di gradimento. Dopo tante missioni spaziali l’Unione sovietica era convinta di arrivare primo nella gara spaziale con gli Stati Uniti.  Kennedy, nella primavera del 1961, prese un solenne impegno con il congresso a camere riunite e dichiarò: andremo entro il decennio sulla luna e li faremo ritornare sani e salvi”.[1]

Per milioni di persone la Luna è stata da sempre una confidente muta e preziosa, un’amica segreta, dispensatrice di ottimismo e, a volte, di felicità. La Luna parla una lingua universale, comprensibile a tutto il globo terrestre; con la sua immagine affascinante e ricchissima di luce, spunta improvvisa dal profondo degli abissi dell’oceano indiano, appare come una magia dal deserto del Tenerè, sorge silenziosa, come in una visione fantastica, dai grattacieli di New York, appare come in sogno dalle colonne dei monumenti greci, spunta all’improvviso e piena di luce dalle montagne delle dolomiti, illumina e accarezza case, tetti, chiese e monumenti della città eterna.

Per secoli scrittori, poeti, pittori e autori di canzoni ne hanno raccontato la storia, le suggestioni, il romanticismo.

Ha “illuminato d’immenso” le pagine dei romanzi, le figure di pittori famosi, i versi dei poeti, le favole dei bambini con la luna nel pozzo, le illusioni degli innamorati, le speranze di ognuno di noi.

Ma la luna, la confidente segreta del genere umano, in ragione di un progresso a volte discutibile, è stata infine sottratta alla sua “aura”, alla sua magia, con il viaggio degli astronauti del 20 luglio 1969. Erano in tanti i curiosi, milioni e milioni, che vedevano per la prima volta degli astronauti camminare saltellando sul suolo lunare. Immagini che, in fondo, hanno poi deluso quanti ne avevano una visione romantica, come del resto era stata declamata dai poeti del rinascimento e del romanticismo.

Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga
di riandare i sempiterni calli?

La Luna struggente di Leopardi, la Luna Rossa di Gabriella Ferri, e poi quella delle favole, la Super Luna, la Luna più bella, più grande;  la nostra Luna che rivedremo più vicina alla terra, ormai, solo tra 15 anni, nel 2034.

Giuseppe Careri

Pino Careri. Autore dell’intervista