Una riflessione sulle nomine Rai – di Giuseppe Careri

Una riflessione sulle nomine Rai – di Giuseppe Careri

Pochi giorni fa, alla fine di settembre,  il Consiglio di Amministrazione della Rai ha indicato di nuovo Marcello Foa a ricoprire il ruolo di Presidente della Rai dopo la bocciatura avuta dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza nel mese di agosto.

Il CDA ha quindi votato ancora a favore del candidato di Salvini con tre consiglieri, un voto contrario e un’astensione.

Dopo la riunione del Consiglio di Amministrazione, la Commissione Parlamentare di Vigilanza ha quindi nominato il “ sovranista” Marcello Foa quale Presidente della Rai. Hanno votato 32 dei 40 parlamentari della Bicamerale. Con 27 voti a favore Foa raggiunge i due terzi previsti dalla legge per essere nominato Presidente.

Salvini ottiene, così, il risultato cui teneva grazie soprattutto all’accordo stipulato alcuni giorni prima delle votazioni con Berlusconi.

La nomina del Presidente della Rai mette fine alle polemiche tra il governo Giallo-Verde e le opposizioni. Ritornano, così, alla ribalta della cronaca le dichiarazioni di Luigi Di Maio e di altri esponenti governativi di “cacciare” i raccomandati della Rai, e promuovere, invece, professionisti rintracciati al di fuori della politica.

Dai primi segni, però, sembra invece evidente “un’occupazione” militare dell’ente radio-televisivo da parte governativa per sfruttare al massimo le potenzialità della propaganda grillina e leghista.

Da giorni, ormai, si rincorrono le voci secondo le quali ci si vuol garantire la direzione di una testata televisiva, una rete, un telegiornale regionale da parte dei 5 Stelle e della Lega.

Molti sono i candidati a questa lotteria che vedrà la supremazia di tutti coloro vicini ai Giallo-Verdi, forse con un’eccezione per un telegiornale della rete Tre.

Tutto questo sforzo del Governo è organizzato per consentire un’informazione sempre più vicina alle posizioni Di Maio e Salvini.

Del resto, siamo ormai in presenza di annunci clamorosi sul grande successo della maggioranza, sui benefici del paese in occasione del varo del reddito di cittadinanza, della flat tax, le pensioni e altro ancora.

Senza dimenticare, però, i rischi di un default a causa del deficit al 2,4, inizialmente previsto della durata di tre anni, e del debito pubblico che non viene contenuto.

Tutti i componenti del governo Giallo-Verde sono impegnati a sottolineare i successi del governo del cambiamento, malgrado ignorino i continui richiami del Presidente della Repubblica Mattarella a rispettare i vincoli di bilancio e la Costituzione.

A Mattarella, poi, si aggiunge il Presidente della BCE, Mario Draghi, il quale esorta ad evitare gli annunci clamorosi, spesso causa dei rialzi dello spread e delle riserve dei mercati.

A tutto questo si aggiunge la conflittualità continua con i Commissari Europei molto scettici, a loro volta, sulla manovra del DEF come annunciato attraverso l’invio di una lettera all’Italia e ai Ministri della maggioranza di Governo.

Ecco, tutte le polemiche di questo periodo, alcune delle quali scadute addirittura a livello di liti da bar sport, hanno necessità di avere una cassa di risonanza, giornali e TV, per imporre il contratto di governo malgrado le tante opposizioni di economisti illuminati ed il suscitare l’inopportuna contrapposizione con gran parte dei Commissari europei.

“L’occupazione” della Rai Pubblica rientra appunto in questa strategia: ignorare le critiche al governo del cambiamento e portare avanti solo le istanze dettate da Di Maio e da Salvini e del loro contratto.

In tutto questo girotondo, però, non si è tenuto sufficientemente conto della professionalità dei giornalisti, molti dei quali, anche se nominati dall’amico dell’amico ai posti di comando, faranno comunque riferimento alla loro coscienza e alla loro professionalità per non avallare situazioni pericolose e dannose per il nostro Paese.

Giuseppe Careri