La grande speculazione sulle case pignorate. Intervista con l’economista Nino Galloni

La grande speculazione sulle case pignorate. Intervista  con l’economista Nino Galloni

L’economista Nino Galloni preannunciò oltre dieci anni fa la bolla speculativa che avrebbe portato alla grande crisi finanziaria mondiale. “ Alla base di quella situazione- dice Galloni- c’era la grande speculazione dei mutui concessi per l’acquisto delle case e l’espropriazione di milioni di americani delle loro abitazioni, finite in mano ai grandi fondi immobiliari”.

D ) Dietro le leggi introdotte in materia di case pignorate c’è il rischio che tutto si muova attorno a dei grandi affari gestiti da banche e grossi gruppi immobiliari. E’ una situazione pesante oggi  in Italia, dove milioni di famiglie sono a rischio con le loro case ipotecate? Come funziona il meccanismo?

Le banche fanno dei grandi affari se si comportano allo stesso modo di quelle americane che operarono ai tempi della cosiddetta crisi dei “ sub prime”. Accordano un mutuo, anche a chi si sa già, si ritiene che non sia in grado di onorarlo. Si cartolarizza il credito, dopo aver comunque già incassato una parte del mutuo,  nel frattempo pagato. Lo si vende, mettiamo, al 40 – 50% del suo valore di mercato e si ottiene già un buon guadagno. E’ una speculazione. Va precisato che queste operazioni riguardano grandi partite di immobili. Il fatto è che viene creata una grande massa monetaria che al momento della stipulazione dei mutui  non esisteva.

Quando  viene dichiarata la sofferenza del mutuo, le banche non possono più tenere nell’attivo il credito principale e così lo cartolarizzano. Hanno la necessità di togliersi le sofferenze, i NPL, i Non Performing Loans. Le cartolarizzano, cioè, le vendono a chi fa il recupero credito, ad esempio.  L’acquirente lo mette in vendita e il proprietario si trova senza il mutuo  e senza la casa.

D) Cose già viste e da te studiate tanti anni fa in America…

 

Le banche davano il mutuo a gente che sicuramente non era in grado di pagarlo (in Gran Bretagna venivano concessi mutui  persino pari al 100% o al 120% del valore dell’immobile, nda)  e subito dopo lo mettevano a reddito. Le banche concedevano, ad esempio, un mutuo di 200 mila dollari e subito se lo vendevano, mettiamo a 100 mila dollari, perché sapevano che il mutuatario non era in grado di pagare. Incassavano 100 mila dollari  che prima non c’erano.  Chi comprava l’immobile a 100 mila si rivendeva la casa dal valore, facciamo di 300 mila dollari , a 150 mila dollari e così incassavano 50 mila dollari. Anche questa somma, prima, non c’era! Quello ha determinato  uno degli inizi della crisi del 2008.

D) Cosa si potrebbe fare?

Introdurre una normativa che garantisca al mutuatario che,  anche se perde la proprietà dell’immobile,  vi può restare a vivere come usufruttuario, affittuario per un certo numero di anni. Almeno da punto di vista sociale c’è un intervento. Purtroppo,  queste pratiche sono immorali, ma non c’è niente di antigiuridico nella vendita all’asta di un bene ipotecata.

D) Ci vuole dunque una iniziativa politica?

Ci vuole una iniziativa normativa, diciamo politica, che assicuri,  a determinate condizioni, che chi non riesce più a pagare il mutuo possa comunque rimanere nell’abitazione in modo che non vada in mezzo a una strada.

D) Sappiamo che comunque il giro d’affari è enorme …

Sappiamo che uno dei principali fondi d’investimento  al mondo  ha stanziato cinque mila  miliardi di dollari per comprare crediti deteriorati in Italia, soprattutto quelli con garanzia  immobiliare, per comprare  gli immobili per un tozzo di pane. Hanno abbandonato  le grandi catene alberghiere, i grandi appartamenti e si stanno buttando sul turismo diffuso e sull’agricoltura. Cercano cioè di comprare piccoli immobili e terreni. Cinque mila miliardi di lire sono tre volte il Pil italiano.

Intervista realizzata da Giancarlo Infante