Scuola: quando il bullismo lo fa il genitore – di Giuseppe Careri

Scuola: quando il bullismo lo fa il genitore  – di Giuseppe Careri

L’ennesimo episodio di violenza agli insegnanti da parte di genitori è accaduto due giorni fa all’Istituto tecnico Di Vittorio – Lattanzio, alla periferia di Roma. Un giovane professore di 23 anni viene colpito al volto da pugni, calci, e da un tentativo quasi di strozzarlo del padre di un alunno al quale era stato appena comunicato che il figlio di 15 anni era stato bocciato.

Il giovane docente, al suo primo insegnamento, aveva preso le difese del Preside dell’Istituto, Claudio Doré, insultato e minacciato dai genitori dell’alunno di origini albanese, ma italiani a tutti gli effetti. Il giovane insegnante è stato poi ricoverato in un ospedale romano per la cura delle ferite riportate. A seguito dell’aggressione è intervenuta la polizia.

E’ l’ultimo episodio di violenza  avvenuto in un istituto scolastico che vede protagonisti di un bullismo di ritorno i genitori incapaci di accettare la bocciatura da parte del Consiglio di Istituto di un proprio figlio. E’ di pochi giorni prima, infatti, l’aggressione di una mamma di un alunno ai danni di un’insegnante di inglese della scuola media Albinoni di Caselle di Selvazzano, nel padovano, colpevole di aver dato un 4  a suo figlio.

La   madre del ragazzo di 47 anni, ha aggredito la professoressa procurandole ecchimosi a un occhio e la frattura del setto nasale. In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, l’insegnante rievoca l’episodio di violenza: Alla fine delle lezioni non ho fatto in tempo ad attraversare le porte a vetro che la madre del ragazzo me la sono trovata davanti. E mi ha colpito. Io sono finita in terra, sanguinante e confusa:  poi la donna  ha continuato a urlare; te la farò pagare, hai rovinato la mia famiglia. È assurdo che succedano cose del genere, ma ormai viviamo in questa realtà. Siamo costretti a ricevere i genitori in due, con un collega al fianco, per avere testimoni del colloquio».

Sono troppi ormai gli episodi di violenza ai danni degli insegnanti colpevoli solo di fare il loro dovere e di non sottostare ai “ricatti” dei genitori incapaci, spesso, ad educare i loro figli.

E’ un clima di violenza che attraversa la nostra società, i nostri costumi culturali e la nostra vita sociale. Lo dimostrano gli episodi di intolleranza nei confronti dei ” diversi”, dei neri, dei diseredati delle nostre città, comuni e borgate. Si è perduta ormai la collaborazione famiglia-scuola, la solidarietà genitori – insegnanti e ci si ritrova spesso gli uni contro gli altri. Non si accetta più una bocciatura del figlio, anche se nel corso dell’anno non ha mai studiato, troppo spesso, nell’indifferenza dei genitori.

E’ un fallimento genitoriale che si vuole, però, attribuire agli insegnanti accusati di essere incapaci di fare lezioni interessanti e di motivare i loro figli. Un fallimento che si inserisce in un clima politico e sociale dove si “pretende” la ” promozione” e non la conquista di un merito attraverso il sacrificio,  come ci hanno insegnato i genitori agli inizi del novecento.

E allora occorre rivalutare la classe insegnante dei nostri istituti, denunciare, punire le aggressioni, e ritrovare quel clima di collaborazione ormai perduto. Si deve partire da una nuova legislazione scolastica, da una riqualificazione professionale del corpo insegnante, da una loro adeguata retribuzione economica dignitosa e dal rispetto di una categoria abbandonata purtroppo a se stessa.

Certo, nel nostro paese si avverte sempre più un clima di insofferenza verso gli emigranti, verso i ” diversi”; la classe politica attuale ne fa una bandiera come se stessimo trattando “cose” e non persone. Non si ascoltano più nemmeno le parole accorate del Papa in difesa di “persone” che fuggono dalla loro terra, dai loro paesi distrutti dalle bombe, dai crimini e dai campi di concentramento di epoca recente.

E allora occorre restituire la dignità a tutti, e la scuola è la prima istituzione da salvaguardare, il luogo dove una volta gli insegnanti erano considerati “ricchi di conoscenze e competenze professionali, persone stimabili da rispettare e ammirare, il punto di riferimento dei propri figli” come scrive la sociologa Maria Teresa Serafini.

Oggi, purtroppo, abbiamo perduto quella bella immagine. Per questo ogni genitore, soprattutto i più illuminati, devono riappropriarsi di questo patrimonio culturale per sé, per i propri figli e per la società di domani.

Per un genitore fare del bullismo è soprattutto un danno per gli insegnanti, ma anche per i propri figli, per se stessi e per la formazione e la vita dei nostri giovani di domani.

Giuseppe Careri