Di Maio: stop alla Tav. Francia e Ue già preparano il conto

Di Maio: stop alla Tav. Francia e Ue già preparano il conto

La questione della Tav ha subito fasi alterne della propria presenza dentro il contratto di governo sottoscritto da Luigi Di Maio per i 5 Stelle e da Matteo Salvini per la Lega. Le prime anticipazioni parlavano di uno stop, poi no. Di Maio, precisa successivamente che l’Italia, nel caso la guidasse lui e la Lega, si ritirerebbe perché un progetto inutile.

Immediate le reazioni. Soprattutto Ue e Francia stanno già a ricordare l’eventuale conto, molto salato, da pagare.
La Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc ha subito invitato a rispettare gli impegni presi in materia,  mentre da Parigi sottolineano che in caso di ritiro  l’Italia dovrà rimborsare a UE e Francia le somme spese fino ad  oggi, costati  circa 1,5 miliardi di euro.

In realtà, secondo  Dario Gallina, Presidente dell’Unione industriale di Torino si tratta di somme ben più alte perché, egli ricorda, ”  dovremmo restituire all’Europa il 50% dei finanziamenti erogati per gli studi e i progetti, la quota di costi sostenuta dalla Francia per la Tav. A suo avviso, inoltre,  i lavori sono a uno stadio troppo e non è vero che i costi per ultimare l’opera siano proibitivi.

Gallina, inoltre, sostiene che l’opera serve al nostro Paese che  “oggi, alla realizzazione della TAV, lavorano 800 persone e che in capo a 2/3 anni, con il potenziamento dei cantieri, sarebbero progressivamente saliti sino a 8 mila unità. Ma soprattutto, il danno economico per le imprese sarebbe gravissimo: sparirebbero infatti tutti gli appalti per un valore di 5,5 miliardi di euro, già in assegnazione entro il 2019” .