La satira sui muri delle nostre strade fa paura al ” Potere”

La  satira sui muri delle nostre strade fa paura al ” Potere”

E’ apparso all’improvviso come una magia a Roma, in Via de’ Lucchesi, una strada appena sotto le mura del Quirinale: è il murales dal titolo “I Bari” che raffigura in abiti d’epoca Berlusconi, Di Maio e Salvini intenti a giocare una partita a carte.

Il murales, prontamente cancellato dai carabinieri, è ispirato al celebre dipinto “I Bari” di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, un olio del 1595. Il dipinto denuncia il gioco delle parti dei nostri politici intenti a “ingannarsi” a vicenda per ottenere ognuno di loro la nomina a formare il nuovo governo.

La immediata cancellazione di questo bellissimo murales segue di qualche giorno la cancellazione del dipinto dove sono raffigurati Di Maio e Salvini mentre si baciano appassionatamente.

Anche la sorte di questo Murales, che fa parte della cosiddetta Street art, ha avuto vita breve.

Il Comune di Roma, intento a rattoppare le buche della capitale, ha avuto però la prontezza di trovare il tempo e gli operai per cancellarlo immediatamente. In definitiva si tratta del decoro della città, hanno poi spiegato.

E’ vero, ma non si capisce perché la lotta per il decoro non si applica alle migliaia di scritte oscene sparse per anni un po’ dappertutto sule mura della città. Certo, ci vorrebbero più controlli e anche più telecamere di sorveglianza.

Colpisce, però, nel caso dei murales della Street art, il timore e la paura di una classe politica nei confronti di un’arte popolare che descrive meglio di tanti articoli e servizi televisivi, gli accordi, i sotterfugi, le bugie, dei nostri politici. Ma c’è poco da meravigliarsi: da sempre è stato così! Il diritto di satira ha una tradizione millenaria; costituisce la più graffiante e incisiva delle manifestazioni artistiche. E’ basata su sarcasmo, ironia, trasgressione, dissacrazione e paradosso; si basa principalmente su temi di attualità, scegliendo come bersaglio privilegiato i potenti di turno. Il diritto di satira trova riconoscimento nell’art. 33 della Costituzione: sancisce la libertà dell’arte.

Il messaggio satirico può entrare in conflitto con i diritti costituzionali all’onore, al decoro, alla reputazione. Anche qui, come per la cronaca e la critica, occorre un bilanciamentol’interesse pubblico, riferito al personaggio rappresentato, è il solo parametro di valutazione della legittimità della satira. “la satira, disse il grande attore comico Dario Fo, e’un’espressione che e’ nata proprio in conseguenza di pressioni, di dolore, di prevaricazione”.

Dopo la prima guerra mondiale schiere di battaglieri caricaturisti animati da una vocazione schiettamente antifascista, diedero vita a nuovi periodici come il Satana e il Serenissimo. Questi fogli raggiunsero il meglio di se stessi durante il delitto Matteotti

Gli effetti, però, non si fecero attendere: le redazioni e le tipografie furono devastate; Con le leggi liberticide del 1925 la libertà di stampa cessò di esistere. Con gli anni sorsero, però, altri fogli satirici.

Nel 1954 nacque Candido, il giornale fondato da Giovannino Guareschi e Giovanni Mosca come strumento di satira anticomunista, ma soprattutto come sberleffo contro il potere. Anche l’ideatore di Don Camillo e Don Peppone pagò caro il suo  l’impegno nel denunciare il sistema di potere di allora. Fu arrestato e deportato in Germania dove rimase per due anni in un campo di concentramento. Seguirono alti e bassi della satira fino ai nostri giorni.

Je suis Charlie, gridarono i sostenitori del giornale satirico francese Hebdo dopo l’attentato in Francia del 2015 che costò la vita a 12 giornalisti. Il massacro di innocenti e l’attacco contro questo giornale satirico dimostra ancora una volta l’insofferenza del potere, di qualsiasi potere, anche quello dei terroristi, nei confronti della libertà di stampa e della satira.

Fortunatamente, e grazie a Internet, da alcuni anni la satira sul Web e sui social ha ripreso vigore; consente a migliaia di giovani artisti di cimentarsi nella libertà dell’arte, nella beffa della politica, in una piattaforma che permetterà, forse, l’affermarsi dal basso di nuovi talenti. Ma gli episodi di questi giorni non possono non allarmarci.

La libertà di satira è sancita dalla nostra Costituzione;  cancellare questi murales, queste espressioni artistiche, sia pure particolarmente graffianti, ma altamente significative, è la conferma che la democrazia deve essere difendere da qualsiasi tipo di censura. Gli splendidi murales apparsi sui muri di casa nostra, e immediatamente cancellati, rimarranno visibili nei social chissà per quanti anni ancora, rendendo inutile la “censura” di alcuni benpensanti politici. Altro che decoro da difendere!

Giuseppe Careri