Al voto il 4 marzo: Mattarella scioglie le Camere

Al voto il 4 marzo: Mattarella scioglie le Camere

Sergio Mattarella ha sciolto le Camere ed ha definitivamente sancito la fine della Legislatura. Il voto per le elezioni politiche è fissato per il 4 marzo  e i nuovi deputati e senatori daranno vita al prossimo Parlamento il  23 marzo.

La decisione del Presidente Mattarella era largamente attesa sopo l’esaurirsi naturale di una legislatura controversa e difficile, nata sulla base di una legge valutata incostituzionale dalla Corte costituzionale e conclusasi con l’approvazione di un’altra legge elettorale inopinatamente approvata solo grazie a numerosi voti di fiducia e già oggi considerata altrettanto anticostituzionale come quella che ha sostituito.

Lo scioglimento delle Camere giunge con un quadro politico completamente diverso da quello di partenza a causa di un oggettivo tracollo del Pd nei consensi e nella capacità di iniziativa politica. Il Pd, nel frattempo diventato il partito di Matteo Renzi, ha subito diverse defezioni nel corso del tempo fino a giungere alla vera e propria scissione decisa da figure storiche del partito come D’Alema e Bersani, oggi raggruppati attorno a Pietro Grasso.

Ritorna sulla scena Silvio Berlusconi, nonostante gli sarà inibita la candidatura, questione su cui ancora non si è espressa la Corte europea. Il leader di Forza Italia è fortemente impegnato sia nella battaglia esterna contro il Movimento 5 Stelle e il Pd, sia all’interno della coalizione del Centro destra dove deve vedersela con l’incombente presenza della figura di Matteo Salvini il quale,  a lungo, è sembrato poter assicurare alla Lega la prevalenza del voto elettorale nella coalizione. Gli ultimi sondaggi, però, segnalano una Forza Italia che continua ad aumentare i consensi e, ad oggi, sarebbe il terzo partito dopo il Pd e il Movimento di Beppe Grillo.

Quest’ultimo ha affidato a Luigi Di Maio la responsabilità della leadership in vista di queste prossime elezioni proponendosi addirittura il raggiungimento del 40 % dei voti, cosa che consentirebbe  ai 5 stelle di ottenere la maggioranza assoluta in Parlamento.

La maggior parte degli analisti, però, prevede che dal voto del 4 marzo non uscirà affatto una maggioranza ed alte sarebbero le possibilità che si debba dar vita ad un Governo costretto a raccogliere in Parlamento, di volta in volta, i voti necessari a sopravvivere fino a quando non si tornerebbe al voto.