La vendetta dei Rom: Roma inorridita

La vendetta dei Rom: Roma inorridita

Si chiamavano Elizabeth, Angelica e Francesca, di 4, 8 e 20 anni. Nate a Roma da genitori bosniaci. Morte nel rogo della roulotte in cui dormivano con altri 8 fratelli e due genitori. Rogo provocato da una molotov lanciata da un assassino ancora sconosciuto che ha incendiato la casa di fortuna di questa famiglia  Rom.E’ successo l’altra notte a via della Primavera, in un quartiere periferico di Roma est, in un parcheggio nei pressi di un centro commerciale.

Dolore e rabbia di una città “assediata”, oltre che dai rifiuti, anche dalle faide dei Rom,  a volte destinate a sfociare in violenze inaudite e orripilanti. Sdegno del Presidente della Repubblica Mattarella, delle istituzioni e di Papa Francesco che ha inviato aiuti concreti alla famiglia che ha perso i tre figli, due dei quali in tenera età.

Dalle prime indagine potrebbe trattarsi di una vendetta messa in atto da  appartenenti ad altre comunità di Rom residenti nel nostro territorio.  Gli inquirenti hanno a disposizione un’immagine dell’assassino che lancia la molotov contro la roulotte dei Rom registrata dalle telecamere collocate all’esterno del supermercato:  la roulotte dove dormivano ben 13 persone, padre, madre e 11 figli, prende fuoco all’istante e due bambini in tenera età e una ragazza di 20 anni muoiono intrappolati nelle fiamme della roulotte.

Sgomento in tutta la città di Roma, costretta a convivere e a sopportare le comunità nomadi alcuni componenti dei quali sono notoriamente dediti  al furto nelle case dei romani. I campi Rom, del resto, raccolgono comunità dove spesso è impossibile intervenire  anche alle forze dell’ordine  per effettuare quei controlli che altrove sono frequentissimi. Sono considerati per certi versi ” terra di nessuno”. La sindaca Raggi, recatasi sul luogo del delitto, di fronte alla morte di tre giovani ha dichiarato: “atroce dolore, orrore puro! Il comune di Roma è indirizzato al superamento dei campi Rom”.

Qualcuno ha lasciato tre rose vicino alla roulotte incendiata e ha scritto: “care amiche, mi sento in colpa anche io”.

Secondo dati censiti negli anni scorsi, gli zingari in Italia sono circa 140 mila. La metà sono cittadini italiani. Ci sono poi 30-40 mila stranieri, iugoslavi e rumeni, presenti nel nostro paese da oltre tre generazioni.

Queste minoranze linguistiche presenti nel nostro territorio sono peraltro tutelate dalla nostra Costituzione. Precisamente dall’Art. 2 che salvaguardia principalmente i diritti inviolabili dell’uomo; dall’art. 3, dove  si afferma “la pari dignità sociale di tutti i cittadini e la loro uguaglianza davanti alla legge senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizioni personali e sociali”; infine l’art. 6 sulla tutela della Repubblica verso le minoranze linguistiche.

Le leggi ci sono, dunque. Occorre però che Regioni, Comuni e Istituzioni tutelino veramente queste comunità non lasciandole in ghetti invivibili, ma creando delle strutture civili che consentano loro una maggiore integrazione con i cittadini italiani. Solo così si potranno evitare “orrori” come quelli vissuti con la morte di tre persone, colpevoli solo di non avere una casa normale dove trascorrere la notte.

Ecco, se non vogliamo fare il solito pianto del coccodrillo, dobbiamo tutti noi fare uno sforzo maggiore per l’integrazione di questi cittadini che hanno diritto, come noi, di vivere una vita normale. E’ un loro diritto, e noi abbiamo il dovere di aiutarli.

Giuseppe Careri