La corruzione della politica continua a rilanciare la ” questione morale” di Giuseppe Careri

La corruzione della politica continua a rilanciare la ” questione morale” di Giuseppe Careri

Nei giorni scorsi il tribunale penale di Milano ha condannato a 6 anni di reclusione e  6 anni di interdizione ai pubblici uffici l’ex Governatore della Lombardia e Senatore di Ncd Roberto Formigoni nel processo Maugeri e San Raffaele. L’accusa è associazione per delinquere, poi prosciolta,  e corruzione con altre 9 persone.

Il tribunale di Milano, inoltre, ha condannato il politico milanese a versare una provvisionale alla Regione Lombardia di 3 milioni e disposto la confisca di 6,6 milioni di euro.

“Ritengo ingiusta la sentenza di oggi e la impugnerò, convinto che la mia piena innocenza sarà alfine riconosciuta”, ha dichiarato dopo la sentenza Roberto Formigoni.

Nei prossimi anni vedremo gli ulteriori sviluppi processuali negli altri due gradi di giudizio. Per il momento c’è un punto fermo del tribunale di Milano: la condanna.

I molteplici casi di corruzione in Italia, l’intreccio tra la giustizia e la politica appare sempre più argomento di prima pagina nei quotidiani, nelle televisioni e nella rete. E’ recente il caso dell’assessore Raffaele Marra, uomo di fiducia della Sindaca di Roma, Virginia Raggi, arrestato con l’accusa di aver intascato una tangente di 375 mila euro dal costruttore Scarpellini per l’acquisto di un attico e super attico Enasarco in una zona elegante di Roma. Insieme a Raffaele Marra è stato arrestato anche lo Scarpellini, conosciuto a Roma per aver beneficiato dei contratti d’affitto a peso d’oro concessi a lui da Camera e Senato per l’utilizzazione di costosi palazzi nel centro della Capitale.

Da anni la corruzione nelle amministrazioni pubbliche, nei comuni, Regioni e, purtroppo, anche nel Parlamento, hanno raggiunto ormai un livello di guardia a cui occorre porre al più presto rimedio.

Nel corso degli anni, famosi sceneggiatori e registi di talento, hanno “denunciato” nei loro film la corruzione attraverso la rappresentazione di fatti anche veri e l’impegno di attori famosi.

Nel 1963, al termine del miracolo economico italiano, viene proiettato nei cinema il film del famoso regista Dino Risi, il Mostro; Dietro l’apparente ironia del protagonista, si nasconde invece una realtà amara raccontata da un padre, Ugo Tognazzi, al proprio figlio:

 

«[…] Anzi, adesso non si chiama più nemmeno Parlamento, … si chiama Pappamento, si chiama … Eh … tu ridi … eh … c’è mica tanto da ridere, sai, … ci sarebbe da piangere … altro che storie. Perché, vedi, quelli che dovrebbero pensare agli interessi pubblici pensano invece agli interessi propri. Perché purtroppo c’è questa tendenza alla disonestà, questa tendenza alla malafede.[…]».

Del resto il cinema, almeno il cinema impegnato, non affronta solo i problemi della cronaca immediata, ma illustra spesso le problematiche future di una società, dei suoi vizi, tanti, e delle sue virtù. I dialoghi amari del film di Dino Risi, le parole struggenti degli sceneggiatori Age e Scarpelli, trovano riscontro a numerosi episodi di corruzione avvenuti poi realmente negli anni novanta.

17 febbraio del 1992 l’Agenzia Ansa diffonde una nota in cui si legge che “Mario Chiesa, Presidente del Pio Albergo Trivulzio, una casa di riposo per anziani, è arrestato in flagranza di reato subito dopo aver ricevuto dall’imprenditore Luigi Magni una busta contenente 7 milioni, una rata di quella che doveva essere la tangente per concedere l’appalto a un’impresa di pulizie.

E’ l’inizio di Mani Pulite, un’indagine che svela i retroscena di corruzione e concussione in cui sono coinvolti amministratori locali e nazionali.

Il Pool di Magistrati di Mani Pulite, con in testa Borrelli, Di Pietro, Davigo e D’Ambrosio, porta al risultato: 25 mesi di indagini, 4525 persone che provano il carcere, 25 mila avvisi di garanzia, 1069 parlamentari e politici coinvolti, 10 suicidi eccellenti.

Mani Pulite, ribattezzata Tangentopoli, trascina nel vortice i maggiori partiti italiani e decreta la fine della prima Repubblica.

In una intervista rilasciata ad Enzo Biagi, Indro Montanelli dichiara: “la prima repubblica è finita a causa della corruzione che ha investito il nostro paese a tutti i livelli”.

Craxi, che aveva definito l’assessore socialista Mario Chiesa, “un mariuolo”, il 30 Aprile 1993 è contestato con il famoso lancio di monetine all’Hotel Raphael di Roma. Il giorno prima alla Camera aveva pronunciato il famoso discorso in cui accusava gli altri partiti di condividere, al pari delle sue, le responsabilità  sui finanziamenti illeciti dei partiti.

Assediato dal Pool di Mani Pulite è costretto a rifugiarsi in Tunisia. Morirà ad Hammamet a soli 66 anni.

Undici anni prima, nel luglio del 1981, in una famosa intervista rilasciata a Eugenio Scalfari per il giornale la Repubblica, Enrico Berlinguer aveva posto la questione morale e aveva dichiarato: “I partiti non fanno più politica», hanno degenerato e questa è l’origine dei malanni d’Italia. I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. (…) I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali”.

Ecco, le parole di Enrico Berlinguer, inascoltate, potevano rappresentare un’ancora di salvezza a cui aggrapparsi per non affondare, ma il suo contenuto morale non è stato colto dalla classe dirigente, dalle elite economiche e politiche, orientate solo ad aumentare il loro potere e i loro interessi.

Cos’, ancora oggi dobbiamo riconoscere che occorre ripristinare codici etici, formare una nuova classe politica al servizio della gente per non essere condannati in futuro a vivere in un paese sommerso dalla corruzione e dal mal governo.

Subito, prima che sia troppo tardi.

Giuseppe Careri