Referendum: siamo, per ora, al tutti contro tutti

Referendum: siamo, per ora, al tutti contro tutti

Dopo la schiacciante vittoria del No al referendum per la Riforma della Costituzione del 4 dicembre, all’orizzonte ancora non si intravvede nel nostro paese un accordo politico tra i partiti per fare una nuova legge elettorale valida per entrambe le camere, preludio necessario per andare poi alle elezioni anticipate o alla scadenza naturale.

Nel frattempo i rappresentanti di tutti i partiti partecipano ai diversi dibattiti politici alla radio, sulle reti televisive e sui maggiori quotidiani italiani e stranieri.

Nell’ultimo dibattito sulle rete Uno e sulla rete Tre, su Ballarò della La7, si sono avvicendati, in tenuta di guerra, tutti i rappresentanti dei partiti politici con una buona partecipazione anche di giornalisti della carta stampata.

E’ stato sorprendente, ad esempio, che in apertura di dibattito sulla rete ammiraglia, i deputati del Pd Carbone e il rappresentante di Aria Popolare Maurizio Lupi, abbiano di nuovo formulato una proposta provocatoria e inattesa a tutta l’opposizione rappresentata dai partiti.

In sostanza Carbone e Maurizio Lupi, hanno proposto all’opposizione, ovviamente d’accordo con lo stato maggiore del partito di maggioranza, di formulare, come vincitori del No, una proposta operativa per la nuova legge elettorale e, clamoroso, di fare parte della maggioranza fino alle prossime elezioni politiche.

Netto il rifiuto nella risposta dell’ex Ministro di Forza Italia Gelmini, che ritiene il Pd il partito responsabile di questa situazione di stallo e, quindi, tocca a loro fare il primo passo.

Ancora più significativa  e, piuttosto ironica, la risposta di Rampelli di Fratelli d’Italia, che ha detto: “forse ho sbagliato studio televisivo, perché dalle dichiarazioni che ho ascoltato ho l’impressione di essere capitato a scherzi a parte” .

Ma per niente ironico l’intervento del giornalista del Corriere della Sera Massimo Franco, che in modo schietto ha sottolineato che le proposte presentate da Carbone e Lupi sono un atto di “irresponsabilità; proposte che non tengono conto del risultato del Referendum e, soprattutto, delle condizioni disastrose in cui si trova attualmente il paese e milioni di cittadini”.

E mentre si discute sull’”assurdo e il nulla” nei salotti televisivi, fuori, nel mondo reale, esiste una realtà, altro che chiacchere! ben più drammatica e urgente per i cittadini.

Grazie, infatti, alle rilevazioni dell’Istituto di ricerca Istat, le condizioni di vita e di reddito degli italiani certificano che, nel 2015 la stima della persone a rischio di povertà o esclusione sociale è al 28,7%”.

Ci sono, quindi, 1 milione e 600 mila nuclei familiari che vivono in povertà assoluta,  vale a dire che un italiano su tredici vive in povertà assoluta, mentre i ricchi sono sempre più ricchi.

La conseguenza di questa rilevazione drammatica dell’Istat, sono gli scioperi a raffica che si preannunciano nei prossimi giorni. A cominciare dai lavoratori di Equitalia che contestano la chiusura della loro struttura, della sanità con i suoi mali cronici; e poi, lo sciopero degli insegnanti che contestano la buona scuola, i commercialisti per una maggiore semplificazione, lo sciopero dei ferrovieri e del servizio pubblico il 9 dicembre; infine la ciliegina sulla torta: sciopero dell’Ama per l’intera giornata del 12 dicembre che ci costringerà a respirare “la puzza” dei rifiuti dentro e fuori dei cassonetti.

Ecco, questa è la situazione del paese reale mentre i nostri politici si fronteggiano non tenendo in nessun conto della situazione in cui si trovano i cittadini. Con alcune eccezioni e posizioni di buon senso, che avrebbero anche i bambini di una scuola media: fare una buona legge elettorale, formare un governo per affrontare i problemi urgenti del paese, e andare alle elezioni politiche alla fine della legislatura nel 2018. E’ quanto affermato, ragionevolmente, da Bersani della sinistra del Pd, sottolineando che il 40% dei voti ottenuti al Referendum dal suo partito non è un “tesoretto” che può essere “incassato” di nuovo in caso di elezioni politiche anticipate.

Forse è il caso, per una volta, vista la situazione drammatica del paese, mettere da parte i propri interessi, abbandonare l’idea assurda di andare alle elezioni con due differenti leggi elettorali per Camera e Senato e, per una sola volta, non pensare alla propria poltrona o al proprio vitalizio da incassare.

Solo una volta!

Giuseppe Careri