Francesco ad Auschwitz: Signore, perdona tanta crudeltà

Francesco ad Auschwitz: Signore, perdona tanta crudeltà

Signore abbi pietà del tuo popolo. Signore, perdona tanta crudeltà. Queste le frasi scritte da Papa Francesco sul libro del museo del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau dove il Pontefice è entrato  da solo e in silenzio.

Il pontefice ha voluto così portare il suo commosso omaggio a oltre un milione e mezzo di persone uccise in questo che è divenuto il simbolo della violenza umana di cui hanno pagato le conseguenze, ebrei, slavi, omosessuali ed avversari politici della perversa visione ideologica nazi fascista.

Francesco si è raccolto in preghiera in questo luogo della Polonia dove trovò la morte padre Kolbe che si offrì destinato alla morte in cambio di un padre di famiglia. Padre Kolbe, frate francescano, è stato dichiarato santo da Papa Giovanni Paolo II nel 1982.

francesco auschwitz meditazione

Francesco è stato  il terzo Papa ad attraversare il cancello di Auschwitz, passando sotto la terribile iscrizione  “Arbeit Macht Frei”, il lavoro rende liberi. Prima di lui, infatti, vi si recarono in pellegrinaggio Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Forte l’impatto emotivo sul Pontefice della visita ad un luogo così drammatico e carico della violenza di cui può giungere l’essere umano. Un impatto che si è espresso anche nel corso del discorso tenuto ai giovani riuniti a Cracovia CLICCA QUA  specialmente là dove Francesco ha detto commentando un versetto del Vangelo di Matteo: “Dov’è Dio?”. Dov’è Dio, se nel mondo c’è il male, se ci sono uomini affamati, assetati, senzatetto, profughi, rifugiati? Dov’è Dio, quando persone innocenti muoiono a causa della violenza, del terrorismo, delle guerre? Dov’è Dio, quando malattie spietate rompono legami di vita e di affetto? O quando i bambini vengono sfruttati, umiliati, e anch’essi soffrono a causa di gravi patologie? Dov’è Dio, di fronte all’inquietudine dei dubbiosi e degli afflitti nell’anima? Esistono domande per le quali non ci sono risposte umane. Possiamo solo guardare a Gesù, e domandare a Lui. E la risposta di Gesù è questa: “Dio è in loro”, Gesù è in loro, soffre in loro, profondamente identificato con ciascuno. Egli è così unito ad essi, quasi da formare “un solo corpo”.