Iraq: allarme per la tenuta della diga di Mosul dove abbiamo mandato 450 soldati

Iraq: allarme per la tenuta della diga di Mosul dove abbiamo mandato 450 soldati

Quella di Mossul in Iraq è stata a lungo definita la diga più pericolosa del mondo per gli alti rischi di un cedimento che potrebbe travolgere i milioni di persone che vivono sotto di essa in Iraq. La Tv dell’Arabia Saudita Al Arabyia torna sull’argomento, di grande interesse per noi italiani, sostenendo che la possibilità che la diga collassi sia molto alta secondo quanto avrebbero appurato, una volta di più, gli ingegneri dell’esercito degli Stati Uniti.

La diga è un’imponente costruzione alta 113 metri. Blocca il fiume Tigri in un punto dove si è formato un bacino artificiale lungo quasi 50 chilometri. L’impianto sovrasta la città di Mosul, in cui vivono circa 700 mila abitanti, oggi divenuta la capitale politica dell’autoproclamato Califfato islamico. Più lontana, circa 400 chilometri, ma sempre lungo il corso del Tigri, la capitale irachena Baghdad.

La situazione dell’impianto sarebbe diventata ancora più critica dopo che nel 2014 venne presa dalle milizie dell’Isis poi recentemente scacciate dall’esercito governativo di Baghdad.

Le autorità irachene, però, negano che esista un pericolo imminente di crollo nonostante il grido di allarme lanciato dagli americani. In tal senso si è espresso direttamente il Ministero delle Risorse Idriche di Baghdad che avrebbe investito circa due miliardi di dollari per i lavori di ristrutturazione e salvaguardia, affidati da pochi giorni ad una ditta italiana, la Trevi di Cesena. CLICCA QUA

Secondo gli esperti che hanno lanciato il grido di allarme, il principale problema della diga sarebbe rappresentato dalla instabilità dei terreni su cui è stata realizzata perché sottoposti ad una continua azione di erosione da quando l’impianto venne inaugurato da Saddam Hussein nella metà degli anni ’80, cosa che costringerebbe a continue, gigantesche iniezioni di cemento alla sua base.

Lo scorso dicembre, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, aveva annunciato l’invio di 450 soldati italiani proprio per proteggere la grande diga dai tentativi dell’Isis di riprenderne il controllo e, magari, distruggerla.