Iraq: attentato suicida Isis uccide 18 soldati. In Siria bombardamenti durante i colloqui di pace

Iraq: attentato suicida Isis uccide 18 soldati. In Siria bombardamenti durante i colloqui di pace

Tre attentatori suicida dell’Isis, o Daesh, hanno provocato la morte di 18 soldati iracheni nel corso di un attacco a Al-Bu Dhiaab, a pochi chilometri a nord della capitale della provincia di Anbar, Ramadi, città da cui gli uomini del Califfato islamico sono stati cacciati in gran parte il mese scorso dalle forze governative.

Due degli uomini del gruppo estemista islamista hanno provato a lanciarsi a folle velocità con due veicoli contro l’ingresso di una base dell’esercito, ma sono stati fermati con l’uso di armi anticarro. Un terzo attentatore, però, è riuscito a dirigersi verso il cancello e a farsi esplodere uccidendo i soldati presenti.

Da quando i miliziani dell’Isis sono state scacciati da quasi tutta Ramadi, ad eccezione di un quartiere dove sono asserragliati ancora 300 di loro, si sono intensificati gli attentati e gli attacchi suicida anche per indebolire l’offensiva finale dei governativi e costringerli a lasciare anche gli ultimi edifici in cui sono assediati.

Sul fronte siriano, intanto, le forze governative di Damasco hanno lanciato una grande offensiva al nord di Aleppo, la seconda città della Siria, e riconquistato molte zone d’importanza strategica cadute in mano ai ribelli non collegati, anzi avversari dell’Isis. Così, anche grazie all’aiuto determinante dei bombardamenti effettuati dagli aerei della Russia, l’esercito di Bashar al Assad ha liberato le città di Hardatnein, Tal Jibbeen, e Deir Zaitoun, strategiche nel consentire la tenuta di Aleppo.

La notizia ha avuto immediate ripercussioni  sui colloqui di Ginevra organizzati con l’obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco e interrompere il conflitto che sta insanguinando il paese da cinque anni. I rappresentanti dell’opposizione, che già malvolentieri hanno raggiunto la città svizzera, chiedono ancora con più forza che le trattative di pace siano precedute dalla fine dei bombardamenti.