Merkel Renzi: la strana coppia che deve litigare a bassa voce

Merkel Renzi: la strana coppia che deve litigare a bassa voce

Merkel e Renzi, la strana coppia. Così potrebbe essere sintetizzata la fotografia che li ritrae mentre parlano con i giornalisti al termine del loro ennesimo incontro.

Debbono entrambi sottolineare le tante cose che uniscono Germania ed Italia, ci mancherebbe altro, mentre ricordano le altrettante importanti questioni che dividono i due paesi. Del resto, impegnati in una feroce competizione nell’economia mondiale in crisi per imporre i propri prodotti, a partire da quelli manufatturieri in tutti e due I paesi primeggiano in Europa.

Non potendo fare la politica, soprattutto quella europea, fragile e sempre in procinto di crollare, a colpi d’accetta, Berlino e Roma devono andare avanti a punture di spillo. Tutti e due hanno interesse a fare la faccia feroce per ottenere gli applausi dei propri fans. Poi, la realtà delle cose li costringe a fare i conti con un quadro complesso, dentro e agli immediati confini dell’Europa.

Al centro del colloquio, che a differenza della stampa italiana è pressoché subito scomparso dalle prime pagine dei giornali tedeschi, vi è stata la crisi provocata dall’ondata di rifugiati che ha travolto il Vecchio continente.

L’annuncio finale è che Italia e Germania vogliono collaborare più strettamente per affrontare la crisi dei rifugiati. Questa astratta e vaga dichiarazione, che si ripete da circa un anno, è resa un po’ più concreta dalla decisione di voler addestrare insieme le forze di sicurezza libiche in Tunisia.

L’obiettivo è quello di “stabilizzare” la costa nordafricana proprio per contrastare il traffico di essere umani e limitare gli arrivi dei rifugiati in Europa.

Una prima verifica sulle buone intenzioni verrà del vertice di Londra che il prossimo 4 febbraio vedrà riuniti I cosiddetti paesi “donatori” da cui sono attesi i tre miliardi da assicurare alla Turchia in cambio dell’ospitalita dei due milioni di profughi, in buona parte siriani, accolti dentro i propri confini e perché si organizzi in modo da non far passare loro il confine con l’Unione europea.

Su questo punto Matteo Renzi fa da tempo la faccia feroce perché aspetta che la Commissione europea si decida a concedere che la quota italiana sia scomputata dal bilancio nazionale ordinario e che, pertanto, un’analoga cifra sia resa libera per gli investimenti senza andare ad incidere sul fatidico 3% di Maastricht che si è rivelata una vera e propria camicia di forza.

Alessandro Di Severo