Accordo Italia Ue sulle banche. Galloni: rischio che alla fine diventino aiuti di stato, pagati dagli italiani – di Edoardo Matteo Infante

Accordo Italia Ue sulle banche. Galloni: rischio che alla fine diventino aiuti di stato, pagati dagli italiani  – di Edoardo Matteo Infante

“L’ottimismo è giustificato sicuramente perché siamo di fronte al rinvio dell’appuntamento con la catastrofe finale e cioè l’applicazione del cosiddetto “bail-in”.

Nino Galloni, con la sua proverbiale franchezza, risponde alle nostre domande sulle sofferenze bancarie, oggetto di un accordo appena concluso tra il nostro ministro dell’economia Pier Carlo Padoan e la Commissaria dell’Unione europea, Margrethe Vestager e presentato con un’enfasi ottimistica sul futuro delle nostre banche e, soprattutto, dei nostri depositi affidati alle banche, senza che si configurassero aiuti di stato. Un accordo su cui ha riferito anche Ultima Edizione prevedendo la possibilità che ci sia ancora molto da chiarire   CLICCA QUA .

“In realtà, infierisce Galloni, il “bail- in” piace alle banche centrali. Niente affatto alle banche universali perché crea loro un sacco di problemi.

D) Le dispiace se questo lo affrontiamo tra un po’. Adesso provi a spiegarci cosa hanno concordato per rassicurarci, se qualcosa può rassicurarci….

Galloni: “Si prendono i crediti deteriorati e si impacchettano. A loro collegati, si emettono delle obbligazioni garantite dallo Stato e questo finisce per aumentare il debito pubblico e maschera il fatto che ci troviamo sempre di fronte ad un intervento pubblico e a prefigurare l’intervento di aiuti di stato. Ad un certo punto, infatti, scatterà la garanzia prevista che pagheremo noi… con i conti pubblici. Magari non subito, ma finiremo per pagare.”

D) ma non si era detto…?

Galloni: “Sì, si era detto che lo Stato non ci doveva entrare più…Prima si dice una cosa e poi se ne fa un’altra. Adesso si rimangiano tutto e facciamo intervenire lo Stato”.

D): il motivo?

Galloni: “Questo perché il “bail- in” preoccupa. Piace tanto alle Banche centrali perché la questione delle crisi bancarie non le dovranno più risolvere loro, scaricando tutto su azionisti, obbligazionisti e clienti correntisti. La domanda più interessante, però, sarebbe quella delle conseguenze…”.

D): le conseguenze dottor Galloni?

Galloni: “Spingiamo i risparmiatori a spostate i loro liquidi dai depositi di conto corrente verso altre forme di deposito e di risparmio. Ad esempio, verso altri titoli. Nel caso specifico, si spingeranno i clienti a comprare i titoli di cui parliamo perché saranno garantiti dallo Stato. La gente accetterà di investire per la garanzia offerta sui titoli cosiddetti “senior” perché hanno la copertura delle obbligazioni dello Stato. Questo ridurrà un certo tipo di liquidità e ne creerà altra di altro genere”.

D) : viene da sospettare che siamo di fronte ad una buona dose di disinformazione che fa temere il solito imbroglio a danno dei clienti…

Galloni: “imbroglio no. Si tratta dal riconoscimento di un dato di fatto sulla forza dell’elemento finanziario su quello creditizio, anche se la crisi delle quattro banche famose è, in realtà, una questione creditizia. Nata per una gestione tutta sbagliata dell’erogazione del credito. Che cosa emerge, infatti? Che il fallimento di Banca Etruria e delle altre tre banche è provocato non dal piccolo finanziamento erogato al piccolo artigiano o dal mutuo concesso ad una famigliola. No! Qui siamo di fronte a finanziamenti concessi allegramenti ad amici, e ad amici degli amici, che superano i 500 mila euro ciascuno e rischiano di essere difficilmente esigibili. Ed è su questo punto che i titoli emessi in collegamento a queste sofferenze diventeranno debito pubblico, a meno che non scopriamo che tali sofferenze sono esigibili”.

D): in molti, però, abbiamo il dubbio che il mega yacth costruito in piena campagna possa far recuperare qualcosa del mega finanziamento erogato…

Galloni: “questo oggi non lo sappiamo, ma possiamo guardare con una certa preoccupazione a quella garanzia che Padoan concederà a nome degli italiani, i veri titolari del debito pubblico, ancorché esclusi dalla sua gestione…”.

D): possibili alternative?

Galloni : “non molte, in attesa del “bail-in”. A meno che non diventi una partita di giro tutta italiana e non ci si sganci dall’Euro in modo tale che tutta la tossicità presente nelle banche italiane torni ad essere una questione italica, così come lo sarà analogamente per gli altri paesi…”

D): scusi vuol dire che questo governo ci sta portando all’uscita dalla moneta europea?

Galloni: “ No. Non dico questo. Dico che chi ha escogitata questa soluzione, però, ha ben presente che il disegno è compatibile con l’abbandono dell’Euro. Una responsabilità è anche legata al fatto che continuiamo a trattare i crediti deteriorati come crediti, mentre non è così. Vi sarebbe la possibilità di modificare la contabilità bancaria, cancellando questi crediti dalla colonna dell’attivo e considerarli solo come mancati arricchimenti. Si cancellano gli interessi senza che diventino una perdita. Questo può essere l’unico modo di evitare il disastro del “bail- in”.

D) Lei da anni e anni parla di questi titoli tossici, con altri importanti economisti, e della necessità di disinnescarli in maniera seria per premiare l’economia reale. Noi abbiamo rifiutato di intervenire a favore delle banche sofferenti come, invece, hanno fatto in Spagna e da altre parti. Ma non sarà una cosa voluta, viene da chiedersi, magari per non far venire fuori le vere proprietà nel sistema bancario italiano e, soprattutto di controlla davvero queste banche?

Galloni: “cosa vuole che le dica. La confusione tra economia reale e finanza continua a far creare una situazione che diventa sempre più insostenibile e che in Italia ha caratteristiche sue particolari. Soprattutto da quando fu presa la sciagurata idea di sganciare la Banca d’Italia dal Tesoro e privatizzare il sistema. Pubblicizzando, però, i guai delle banche. Adesso che arriva il “bail- in”, tramite il quale comunque si privatizza anche la perdita, si cerca solamente di allontanare il tempo in cui potrebbe toccare di bere il calice amaro…”.

Edoardo Matteo Infante