Usa: cambia strategia contro l’Isis. Primi passi per intervento di terra?

Usa: cambia strategia contro l’Isis. Primi passi per intervento di terra?

I comandi militari degli Stati Uniti hanno avviato la modifica delle cosiddette regole d’ingaggio per i militari impegnati in Iraq contro l’Isis. D’ora in poi, non sarà necessario aspettare che gli uomini del Daesh li attacchino direttamente perché potranno, comunque, essere adottate tutte le iniziative militari necessarie a contrastare le milizie armate del cosiddetto Califfato islamico, oramai inserite nell’elenco dei gruppi terroristici internazionali.

Presto sapremo se questo significa davvero che gli Stati Uniti si apprestino ad effettuare quell’intervento di terra, forse meglio sarebbe dire una serie di azioni militari sul terreno, da molti considerato assolutamente necessario per portare un colpo definitivo agli islamisti dopo che questi hanno dato vita ad un vero e proprio stato a cavallo tra Siria ed Iraq senza esitare a compiere stragi di ogni genere, un po’ dappertutto dove sono riusciti a conquistare città e villaggi.

I bombardamenti occidentali e quelli dei paesi del Golfo hanno indubbiamente indebolito fortemente l’iniziativa del Daesh, ma senza portare a quei risultati attesi per segnare un’effettiva inversione di tendenza sul terreno. Pochi i successi concreti, in gran parte registrati in alcune aree del nord dell’Iraq grazie, però, alla quasi solitaria iniziativa dei Peshmerga kurdi.

Anche in Siria l’Isis ha subito delle sconfitte, ma solo dopo che le truppe di Damasco hanno potuto contare su un maggiore ausilio da parte delle milizie sciite degli Hezbollah libanesi, dagli istruttori iraniani e dai bombardamenti dell’aviazione della Russia scesa pesantemente in campo per sostenere il regime di Bashar al- Assad nel momento in cui sembrava prossimo il suo collasso.

L’intervento russo ha, in qualche modo, spinto gli Stati Uniti a prendere atto della realtà delle cose e persino, forse, ad influire sulle decisioni dei vertici militari di Washington di questi giorni che, con i loro bombardamenti, stanno puntando a distruggere le capacità economiche dell’Isis. CLICCA QUA

Il Califfato islamico, infatti, ha raccolto milioni di dollari e di valuta locale grazie soprattutto alle vendite illegali di petrolio. Ovviamente, questi fondi sono in contanti e devono così essere allestiti dei depositi per poterli conservare in vista della utilizzazione per le paghe dei miliziani e l’acquisto di armi e munizioni.

Negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno cercato proprio di individuare questi depositi e distruggerli per mettere in difficoltà l’Isis minando alle basi le sue capacità economiche e finanziarie. Così, sembra che fino ad oggi i bombardieri statunitensi ne abbia preso di mira ben nove facendo letteralmente finire in fumo decine e decine di milioni di dollari.

In un video è stato ripreso il bombardamento di un attacco contro un edificio di Mosul con i conseguenti grandi pennacchi formati proprio dal denaro svolazzante in aria dopo l’esplosione.

Un altro tipo di attacchi mirati al cosiddetto “portafogli” dell’Isis è quello dei bombardamenti dei convogli di camion che trasportano il petrolio commerciato illegalmente.

La prima conseguenza dicono gli ufficiali dell’intelligence americana è che i miliziano islamisti si stanno vedendo dimezzare la loro paga.