Governo Renzi: marcia indietro su depenalizzazione ingresso clandestino

Governo Renzi: marcia indietro su depenalizzazione ingresso clandestino

Il rischio di una profonda spaccatura dentro il Governo ha portato l’esecutivo di Matteo Renzi ad operare il dietrofront: non sarà più depenalizzato il reato d’ingresso clandestino in Italia.

Un reato, che avrebbe dimostrato secondo molti magistrati la propria inutilità e, addirittura, fatto emergere molti aspetti controproducenti. Resterà, invece, nel nostro ordinamento evitando di mettere a rischio la maggioranza nonostante il provvedimento fosse già pronto per il varo da parte del Consiglio dei ministri.

Alfano ed il suo Ncd, proprio mentre autorevoli voci del mondo giudiziario plaudivano all’idea della depenalizzazione, hanno imposto la loro posizione contraria per ragioni di opportunità e per la scelta del momento in cui intervenire con delle modifiche alla legge voluta ai tempi del Governo Berlusconi.

Il clima attuale, avrebbe detto in sostanza Alfano a Renzi, nel pieno di una conversazione che non pare sia stata delle più tranquille, non favorisce un provvedimento che la pubblica opinione, in questi giorni in particolare, non capirebbe.

Così, la sinistra è costretta a fare marcia indietro e a non esporre ulteriormente il fianco alle feroci critiche di quegli ambienti xenofobi, guidati in Italia soprattutto dalla Lega, che vorrebbero imitare altri paesi europei intenzionati ad alzare barriere sempre più elevate nel tentativo di impedire il flusso di un’emigrazione resa crescente e più drammatica dalle vicende del Medio Oriente e degli squilibri economici che stanno aggravando le condizioni di molte popolazioni africane.

Secondo molti magistrati, invece, i provvedimenti pensati dal Governo dovevano proprio servire, per questioni tecniche giuridiche, a favorire la lotta ai trafficanti di esseri umani. Perché con la depenalizzazione si incoraggerebbe la collaborazione dei migranti fermati i quali, del resto, quasi mai pagano le ammende previste dall’attuale legge la quale, lungi dal favorire la soluzione dei problemi, sembra complicarli e creare degli inutili ulteriori aggravi al nostro sistema giudiziario con inutili processi destinati a finire nel nulla.

E’ chiaro, insomma, che tutta la questione dell’emigrazione, e dei provvedimenti legislativi da adottare al riguardo, dovrebbe essere ripensata senza concessioni alla facile retorica ed il ricorso a provvedimenti ad effetto che, se portano al facile immediato applauso da parte dei settori più prevenuti verso i migranti, finiscono addirittura per aggravare la situazione.