Tre paesi musulmani vietano le feste di Natale: Somalia, Brunei e Tagikistan
I governi di tre paesi a maggioranza musulmani, Somalia, Tagikistan e Brunei, hanno vietato le celebrazioni natalizie di quest’anno, con pene che possono andare fino ai cinque anni di carcere.
In Somalia il provvedimenro è stato giustificato con il fatto, come ha detto il ministro agli affari religiosi, lo sceicco Mohamed Kheyrow, che le feste di Natale e quelle di Capodanno “non hanno nulla a che fare con l’Islam”.
L’annuncio ha avuto echi di militanti islamici di al-Shabaab, che controllavano la capitale Mogadiscio fino al 2011. Tra i loro editti era di vietare celebrazioni natalizie.
Provvedimenti molto severi per chi festeggia il Natale sono stati presi negli anni scorsi dalle autorità del Tagikistan paese in cui sono vietati gli alberi di Natale e la consuetudine di fare regali nelle scuole.
Nel Brunei il sultano Hassanal Bolkiah, considerato uno degli uomini più ricchi del mondo, ha deciso dall’anno scorso di introdurre la sharia, la legge coranica e, naturalmente, ciò si porta dietro il divieto di festeggiare ricorrenze religiose non musulmane.
La punizione per la violazione del divieto consiste in una condanna a cinque anni di carcere.
I cristiani, però, possono liberamente seguire le loro consuetudini, ma con discrezione e non in pubblico.
Così, anche gli alberghi più esclusivi del sultanato hanno evitato di addobbare con alberi natalizi e festoni di luci i loro locali. Una decisione che, ovviamente, non vale nelle ricche catene di alberghi che il sultano possiede in tutto il mondo occidentale dove le luci, i babbi Natale e gli alberi si sprecano in questo periodo.