Boschi salvata dalla sfiducia. Renzi attacca la Merkel. I problemi del governo restano

Boschi salvata dalla sfiducia. Renzi attacca la Merkel. I problemi del governo restano

Grandi battaglie mediatiche quelle che Renzi ed il suo governo sono stati costretti a sostenere in Italia e fuori. Proprio mentre l’esecutivo di Renzi affronta una delle sue più importanti crisi, come è quella provocata dalle accuse rivolte alla ministra Maria Elena Boschi di essere finita in pieno conflitto d’interesse per il caso del crack di Banca Etruria, Renzi fa delle dichiarazioni polemiche verso la Cancelliera tedesca Merkel nei confronti della quale in Italia, negli ultimi tempi, è stato creato un vero e proprio clima polemico soprattutto per le cosiddette norme di austerità che l’Europa si è data in materia finanziaria.

Alcuni commentatori vedono nelle esternazioni di Renzi, che ha contestato alla Germania l’atteggiamento da “donatrice di sangue” per il resto dell’Europa, anche un tentativo per accattivarsi le simpatie dell’opinione pubblica più fortemente critica della politica dell’Unione europea che con i suoi provvedimenti costringe tutti i paesi che la compongono a fare i conti con i propri limiti e i propri ritardi. Un tentativo, cioè di deviare anche l’attenzione dalla situazione d’imbarazzo in cui, nelle stesse ore, il governo di Roma è comunque finito per la mozione di sfiducia avanzata nei confronti della ministra Boschi.

Un imbarazzo che sembra almeno in parte superato dopo che la Camera  ha respinto la richiesta di sfiducia presentata dai parlamentari del Movimento 5 Stelle contro la ministra Maria Elena Boschi. In ballo vi era, ma per molti italiani ancora resta tale, il conflitto d’interesse  per la giovane responsabile per le riforme nell’esecutivo di Matteo Renzi in merito alle vicende del decreto cosiddetto Salva Banche.

Al centro della discussione  vi è stato il crack che ha coinvolto quattro banche, tra cui quella Etruria di Arezzo in cui è coinvolto il padre della ministra, Pier Paolo Boschi,  a lungo ai vertici dell’istituto, e dove lavorava il fratello, Emanuele Boschi.

In questi giorni, televisioni  e giornali non parlano d’altro e moltissime voci, anche quelle degli investitori truffati dalle banche, si sono levate e si levano per chiedere le dimissioni della Boschi diventata l’immagine più importante del Pd e del governo dopo quella del leader Renzi.

La Camera ha, però, detto di no e la Boschi resta al suo posto dopo aver ribadito nell’aula parlamentare che questo conflitto d’interesse non ci sia mai stato. Se avessi fatto qualcosa di sbagliato, ha assicurato la ministra, mi sarei dimessa.

Una difesa che però non è riuscita a convincere il Movimento 5 Stelle  e le altre opposizioni che hanno votato per la sfiducia.

Il futuro sarà l’unico a dire, però, se la vicenda si sia chiusa veramente ieri.