Alla Leopolda di Renzi arrivano i “fregati” dalle banche. Ora il Governo si sveglia

Alla Leopolda di Renzi arrivano i “fregati” dalle banche. Ora il Governo si sveglia

Sul web sta ancora girando il  del tam tam per tutti i rovinati dalle quattro banche per le quali il Governo Renzi ha appena varato il cosiddetto decreto “salva banche”, ma che per i piccoli investitori nei quattro istituti di credito ha significato perdere i loro risparmi: domani tutti alla Leopolda.

La Leopolda vuol dire la vecchia stazione di Firenze dove è nato politicamente Renzi e dove migliaia di persone imbufalite per la truffa di cui sono state vittime vogliono andare a far sentire la loro voce visto che il Presidente del Consiglio prova a rilanciare la sua iniziativa politica, riunendo nuovamente vecchi e nuovi amici.

Ovviamente, vogliono ricordare, come stanno dicendo in tutte le trasmissioni televisive che hanno scoperto improvvisamente il problema, che se si salvano le banche dovrebbero essere salvati anche coloro che vi hanno investito le loro risorse.

L’appuntamento se lo sono dato proprio nei pressi della Leopolda per ripetere le manifestazioni di proteste già organizzate nei pressi di Montecitorio dove hanno espresso, al grido “ladri, ladri”, tutta la loro rabbia forse neppure scalfita dalle promesse che, sia pure a mezza bocca, sono venute da parte del Ministro dell’Economia Padoan che però non ha parlato di risarcimento, bensì solamente di intervento “umanitario”.

Il Governo Renzi dopo aver chiaramente sottovalutato le conseguenze, anche il danno d’immagine che questa situazione avrebbe creato, sta ora cercando freneticamente di trovare una soluzione. Padoan dopo aver inizialmente parlato di “aiuti umanitari”, cosa che ha solamente fatto imbufalire di più un po’ tutti quanti, si è indirizzato, ricevendo anche qualche speranza da parte dell’Unione europea, verso la soluzione che consiste di avviare un arbitrato che porti alla restituzione del mal tolto nei casi evidenti imbroglio ai danni dei piccoli investitori.

Una strada portata avanti con successo da altri paesi europei nel corso degli anni passati quando le nostre autorità economiche e politiche hanno, invece, preferito continuare con la storiella che il sistema bancario italiano era a posto e che, quindi, non c’era bisogno di fare quello che il Governo Renzi si è deciso a fare in ritardo nei giorni scorsi. Quando, però, sono entrate in vigore anche nuove norme comunitarie che escludono ogni forma di intervento con fondi pubblici. E questo, nonostante, l’Italia abbia partecipato a suon di miliardi a costituire il fondo dell’Unione che è servito a risolvere analoghe situazione in tutta l’Europa.

Vedremo come ne usciremo perché è diventato altissimo  il rischio che si avvii un vero e proprio processo di sfiducia generale nei confronti degli istituti di credito che rischiano di perdere quella importante fetta di risorse assicurate dai medi e piccoli risparmiatori i quali fino ad oggi si credevano tutelati dallo Stato. Adesso scoprono che così non è stato, perché tutti gli enti di vigilanza hanno latitato, ed hanno voltato la faccia dall’altra parte, e che così non sarà…

Alessandro Di Severo