La Cassazione fa un favore al Governo e all’Agenzia delle Entrate. Rende validi gli atti firmati da dirigenti illegittimamente nominati. Risolve però il problema dei costi dello Stato perché sancisce che i dirigenti sono del tutto superflui- di Alessandro Di Severo

La Cassazione fa un favore al Governo e all’Agenzia delle Entrate. Rende validi gli atti firmati da dirigenti illegittimamente nominati. Risolve però il problema dei costi dello Stato perché sancisce che i dirigenti sono del tutto superflui- di Alessandro Di Severo

La Corte Costituzionale dichiara non valide le nomine di circa 800 dirigenti dell’Agenzia delle Entrate e crea una vera e propria voragine perché, di fatto, il braccio erariale dello Stato non funziona più. Le pratiche restano inevase. Non partono più le cartelle esattoriali come una volta. Le entrate cadono a picco. Negli uffici dell’Agenzia grandi discussioni e ripetute girate di pollici.

In più, parte una vera e propria valanga di ricorsi. Gli italiani, e molti loro commercialisti, pensano: se sono addirittura anticostituzionali le nomine dei dirigenti, gli unici abilitati a firmare le fasi finali degli accertamenti e ad inviare le richieste di pagamento, tutte le cartelle che arrivano firmate da loro saranno non valide. Gli italiani a volte, infatti, sono candidi nei loro ragionamenti…e si illudono sempre di vivere in un Paese normale.

I vertici dell’Agenzia cominciano a sbraitare e a pretendere dal Governo che arrivi una qualche forma di sanatoria in grado di riportare i dirigenti decaduti al rango di un tempo, persino a dispetto della decisione della Suprema Corte. Scatta addirittura una polemica da parte di chi nel Governo vorrebbe che ci fosse, almeno qualche occasione, il rispetto delle leggi, per prima cosa da parte dello Stato,  prima di chiedere ai cittadini sani comportamenti.

L’Agenzia contesta fin davanti alla Cassazione la tesi che non conti il rango e la qualifica di chi appone la propria firma alle pratiche: queste ed il loro iter sono validi a prescindere.  La Cassazione dà ragione a questa tesi e mette una pezza ad una vergognosa vicenda, ridicola per uno Stato serio.

Per i giudici della Cassazione anche se ci dovesse arrivare la cartella esattoriale firmata dal portiere della sede dell’Agenzia o da un addetto della società interinale che pulisce, o dovrebbe pulire, nottetempo la stessa sede, va tutto bene. E’ l’iter che conta, non chi lo dirige, lo controlla e se ne assume la responsabilità firmandone le conclusioni.

Si tratta di una sentenza che farà discutere gli addetti ai lavori, e non solo, e che sarebbe interessante vedere come verrà valutata dai magistrati più importanti di quelli della Corte di Cassazione secondo i quali, invece, era tutto irregolare e da rifare. 

Ad un cittadino assolutamente ignorante della selva di legge e leggine che si continua a sfornare per propinarci tutto ed il contrario di tutto, anche se ammannito dai bei discorsi degli autorevoli uomini in ermellino, può sembrare davvero tutto surreale e può portarlo a chiedersi : ma se va bene la firma di chiunque sotto quegli atti, perché all’Agenzia delle Entrate si agitano tanto per avere nuovamente i circa 800 dirigenti dalla nomina contestata ai loro posti? 

La Cassazione ha finito per dare ragione all’Agenzia delle Entrate e nessuno dubitava che finisse così per tanti motivi, ma al tempo stesso ha finito per dire che la presenza  di questo esercito di dirigenti è del tutto inutile ed insignificante perché tanto gli atti sotto cui sono apposte le loro firme sono, in ogni caso,  superflue.

A pensarci bene la Cassazione ha trovato un bel sistema per farci risparmiare un sacco di quattrini: eliminiamo tutti i dirigenti dello Stato e delle sue strutture. A che servono se le loro firme non contano un cavolo? Ci costa molto meno un uomo o una donna delle pulizie che notte tempo, tra una scopata e un’altra, possono pure mettere una firmetta…

Alessandro Di Severo