Aereo caduto sul Sinai: cresce ipotesi attentato. Egitto nega

Aereo caduto sul Sinai: cresce ipotesi attentato. Egitto nega

Si dovranno davvero attendere le conclusioni ufficiali dell’inchiesta sulla caduta dell’Airbus russo sulla Penisola del Sinai per fare luce sulle cause di una disastro aereo che ha provocato la morte di 224 persone? Sembra proprio di si visto che restano ancora aperte tutte le potesi ed ogni attore in campo presenta la sua ipotesi.

Gli esami sui resti del velivolo sembra che facciano emergere nuovi dubbi perché sarebbero stati trovati oggetti che potrebbero essere incompatibili con la struttura dell’Airbus, ma potrebbe anche trattarsi di parti del bagaglio imbarcato dai passeggeri.

La compagnia aerea Kogalymavia per la quale volava il velivolo tra Sharm el-Sheikh e San Pietroburgo esclude il cedimento strutturale o l’errore dei piloti e sembra convincersi sempre più della fondatezza dell’ipotesi di quella  che è definita “influenza esterna”, cosa che  significherebbe che un missile  avrebbe colpito ed abbattuto il velivolo.

Dagli Usa viene la notizia che un satellite avrebbe”visto” una “vampa di calore” sprigionarsi nei momenti cruciali del volo, prima che l’aereo si spezzasse e precipitasse, avvalorando, invece, la teoria di coloro che puntano il dito contro una bomba collocata a bordo nell’aeroporto della famosa località turistica egiziane.

 

Contro questa tesi, però, è intervenuto il Presidente egiziano, il generale Sisi, secondo il quale è impossibile che a Sharm possa essere stata messa una bomba sul velivolo russo.