Il Pd per scaricare Marino fa dimettere tutti i consiglieri di Roma con quelli dell’opposizione

Il Pd per scaricare Marino fa dimettere tutti i consiglieri di Roma con quelli dell’opposizione

Ignazio Marino non avrà la soddisfazione di andare nell’Aula Giulio Cesare del Campidoglio e guardare negli occhi chi lo ha invitato a farsi da parte. No, come annunciato da tempo, l’hanno anticipato. Tutti gli eletti del Pd si sono dimessi dal Consiglio Comunale ed hanno lasciato il Sindaco, anzi, adesso, ex Sindaco con un palmo di naso.

Hanno, infatti, firmato con parte dei componenti delle opposizioni la loro rinuncia dal notaio pur sapendo che quasi tutti loro non ritorneranno a salire le scale del Campidoglio. Sono stati in 26 ad apporre una firma che Marino ha paragonato a delle coltellate alla schiena.

Se a far fuori Giulio Cesare furono necessarie 23 pugnalate, con Ignazio Marino è stato necessario abbondare. Per due motivi. Secondo le norme, infatti, ci volevano le dimissioni di almeno 25 consiglieri comunali per far decadere l’Assemblea ed impedire lo svolgimento di quel dibattito pubblico che il Primo cittadino voleva a tutti i costi.

Poi, Marino con i suoi continui zig zag, dimissioni date e poi ritirate, ha necessitato di un intervento chirurgico netto e preciso che pare, però, non abbia ottenuto il suo gradimento tecnico. Eppure, è ferrato in materia.

Adesso, Roma sarà commissariata e si procederà, finalmente, a gestire la Capitale senza Ignazio Marino che dice di sapere benissimo chi è stato il mandante delle 26 pugnalate. E’ chiaro che si riferisce a Matteo Renzi con il quale sostiene di non avere né buoni né cattivi rapporti. Semplicemente non ne perché, precisa, è un anno che non si parlano.

Una informazione che non è male visto tutto quello che è successo in questo periodo nella Capitale e a causa della Capitale.

Ignazio Marino ha fatto di tutto per far ravvedere il suo partito e  rivedere il giudizio sulla sua Amministrazione. Non c’è stato niente da fare. Renzi e il Pd hanno chiuso le porte e gli hanno negato anche l’ultimo dei desideri. Quello che si lascia ai condannati a morte.

Al Marino ingovernabile alla guida di Roma si è preferito, evidentemente, il Marino ingovernabile ed arrabbiatissimo lasciato libero di fare di tutto. Dal capo popolo interno al Pd, vista la folla che ha riunito nelle ultime ore, al leader di un nuovo partito che potrebbe organizzare in vista delle elezioni,  male che vada comunque destinate a svolgersi la prossima primavera. Il futuro delle vicende romane ci dirà chi ha fatto meglio i suoi conti.

G. I.