Turchia: quasi 100 morti ad Ankara. 400 feriti. I curdi puntano il dito contro il Governo

Turchia: quasi 100 morti ad Ankara. 400 feriti. I curdi puntano il dito contro il Governo

Quasi cento morti, destinati ad aumentare visto che tra le centinaia e centinaia di feriti, c’è chi dice che si tratti di 400, circa 50 sono ricoverati in pericolo di vita.

Il giorno dopo il più grave attentato terroristico della sua storia la Turchia si sveglia attonita e devastata cominciando con tre giorni di lutto nazionale decisi dal Governo, comunque accusato dai curdi di “avere le mani insanguinate”.

Le due esplosioni avvenute nel corso di una manifestazione per la pace organizzata nella capitale Ankara, dove curdi democratici e partiti di sinistra avevano chiamato in piazza la gente a manifestare a favore della pace per la fine del conflitto sanguinoso che divide il Governo dai curdi separatisti del PKK avranno adesso conseguenze imprevedibili sul prossimo voto politico elettorale che servirà, se possibile, a far superare alla Turchia la crisi innescata dal recente voto che non ha consentito la formazione di un governo stabile.

Il PKK, il partito curdo estremista ha risposto al terribile attentato proclamando una tregua unilaterale in tutte le zone dove si confronta quotidianamente con le forze governative.

Il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, ha confermato che le esplosioni sono state provocate da due attentatori suicida.

Selahettin Demirtas, leader del partito curdo democratico HDP, tra gli organizzatori della manifestazione colpita, ha accusato lo Stato per l’attacco ed ha cancellato tutti i comizi elettorali.